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Pinguinoeconomico

NEWSLETTER (23 FEBBRAIO – 1 MARZO 2015)

Le aspettative della crescita mondiale per il corrente anno continuano a ridursi. Tuttavia, i mercati finanziari sono sempre in festa e inanellano ripetutamente nuovi record storici.

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - WORLD GDP

La Grecia rimane un problema irrisolto, malgrado il prestito ponte di quattro mesi per prendere ancora tempo. La deflazione in Europa nel mese di gennaio diminuisce oltre le aspettative, ma aumenta, invece negli Stati Uniti.

Il petrolio e le borse risalgono, ma la Cina fa 21: è la 21esima Banca Centrale che riduce i tassi di interesse da inizio anno.

Si svaluta ancora la grivnia ucraina, fino a raggiungere il -70% rispetto al dollaro in meno di un anno. Aumenta il controllo dei capitali nel Paese, ormai al collasso finanziario, mentre un oppositore di Putin viene ammazzato a Mosca per strada.

MERCATI FINANZIARI: il mercato azionario americano chiude il miglior mese dall’ottobre 2011 con DowJones e S&P500 in rialzo del +5,7%, mentre il Nasdaq supera il +7%, con 12 sedute consecutive in rialzo fino a sfiorare la quota stellare di 5.000 punti. Il mercato americano  realizza nuovi record per tutta la settimana, eccetto nell’ultima giornata. Nuovi record assoluti anche per Francoforte, mentre Londra registra il nuovo massimo dal 1999. Nuovi massimi di periodo anche per Italia, Spagna e Francia, mentre nel mercato dei titoli governativi lo spread italiano torna a 100 basis points rispetto al Bund tedesco con un rendimento del 1,3% per il nostro BTP decennale. In Spagna, invece, il rischio di credito (sui titoli governativi) è risalito del 30% (anche se stiamo ancora parlando di briciole), dopo le elezioni greche.

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - PIGS SPREADS

Ovviamente Draghi sistemerà anche questa anomalia, nei prossimi giorni, intervenendo anche sul mercato dei CDS (Credit default swap).

MERCATI EMERGENTI: la forza del dollaro continua a mettere sotto pressione diverse economie emergenti. E’ un problema silente, ma che creerà diversi problemi.

BRASILE: come ho già fatto notare, il Brasile è l’esempio emblematico del crollo della crescita in alcuni dei principali mercati emergenti. Questa settimana la fiducia dei consumatori e delle aziende è crollata ai minimi storici. Questo dato preoccupa molto per l’andamento dei consumi nei prossimi mesi. La discesa è stata del -4,9% da febbraio su gennaio ed ha riportato l’indice a livello di settembre 2005. Nel complesso l’indice di fiducia dei consumatori è sceso ora del -34% rispetto al picco di Aprile 2012 ed al -26% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - BRASILE 

ISRAELE: la Banca Centrale ha tagliato il tasso di sconto dallo 0,25% allo 0,1%.

INDIA: il ministro delle finanze ha dichiarato che la crescita, nel 2015 (l’anno fiscale inizia ad aprile), sarà compresa tra  l’ 8.1%-8.5%, facendo del colosso asiatico una delle economie più promettenti, grazie al beneficio del calo del petrolio. La precedente stima si fermava al +7,4%.

TURCHIA: nuovo minimo storico della lira turca contro dollaro.

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - LIRA TURCA

RUSSIA: Dopo S&P, anche l’agenzia di rating Moody’s ha declassato i titoli emessi da Mosca a “junk bond”, mantenendo l’outlook negativo.

Le motivazioni che hanno portato a questa decisione, non del tutto inaspettata, sono il perdurare della crisi ucraina ed il permanere del petrolio su prezzi attuali, circostanze che minano la capacità nel medio periodo di attuare una crescita tale da sostenere il debito in essere, oltre al deprezzamento del Rublo che rende più costoso il rimborso dei titoli emessi in valuta estera.

UCRAINA: un anno dopo il colpo di stato, si teme né possa accadere un altro, a causa della pesantissima crisi economica. Prosegue la disputa economica con la russa Gazprom per il pagamento del gas, i controlli sui capitali sono sempre più restrittivi, mentre i $17.5 miliardi di prestito del FMI, sembrano ormai insufficienti, con la valuta locale che ogni giorno registra nuovi record negativi, mentre l’inflazione si impenna e la popolazione corre a comprare oro per difendersi.

EUROPA (Zona Euro):  si riducono i rischi di deflazione nell’area euro in Germania, Italia e Spagna.

La Spagna ha registrato un calo dei prezzi al consumo del -1,1%, ma la deflazione si sta placando nella quarta economia dell’area euro. Il ritmo a cui si è contrattta l’inflazione, infatti, è più lento a febbraio rispetto al mese precedente.

In recupero invece l’inflazione italiana e quella tedesca. L’Istat ha comunicato che in febbraio l’indice dei prezzi al consumo è salito del +0,3% su base congiunturale ed è sceso del -0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A gennaio l’indice aveva registrato -0,6% su anno, il dato tendenziale più basso dal settembre 1959. Il +0,3% congiunturale di febbraio è il dato più alto dall’agosto 2013 (+0,4%). Gli analisti si aspettavano in media una variazione nulla su mese ed una flessione del -0,5% su base annuale.

In Francia intanto l’indice dei prezzi alla produzione è sceso in gennaio del -3,3% su base annuale.

I prezzi all’importazione in Germania sono scesi a un tasso più lento del previsto in gennaio, ma hanno registrato la peggior caduta in più di cinque anni.

Fiducia dei consumatori italiani ai massimi dal 2002.

inflazione a -0,6% a/a nell’Area euro e a -0,1% negli Usa

Listini azionari europei, miglior inizio d’anno dal 1986; FtseMib, best performer nel 2015 con un +16%

GERMANIA: asta del titolo annuale al rendimento del -0.201%, rispetto al -0.173% della precedente.

ITALIA: nel quarto trimestre del 2014 l’indice generale del fatturato dei servizi (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantita’ sia dei prezzi) registra un aumento del +0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nell’intero 2014, l’indice calcolato dall’Istat registra una variazione nulla rispetto all’anno precedente. L’inflazione acquisita per il 2015 è pari a -0,3%.

L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale a +0,6% dal +0,3% di gennaio. Al netto dei soli beni energetici, l’inflazione si porta a +0,7% da +0,3% del mese precedente.

SPAGNA: ottavo mese consecutivo di deflazione per la Spagna. L’Instituto Nacional de Estadística ha comunicato oggi che in base alle sue stime preliminari l ‘inflazione è calata a febbraio dell’1,1% a fronte del -1,3% di gennaio. Gli economisti avevano previsto un calo dell’1,5%. L’INE spiega in una nota che la flessione dell’inflazione è stata causata soprattutto dal declino dei prezzi dei carburanti. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo , quello considerato dall’ UE per le sue statistiche, è sceso questo mese del -1,2% dopo il -1,5% di gennaio.

Il grafico sottostante mostra l’andamento del Pil nominale spagnolo con una ripresa ancora molto debole, ben inferiore a quanto viene sbandierato dai media.

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - SPAGNA

GRECIA: “vittoria di Pirro” di Tsipras che è riuscito a spostare il problema greco di soli quattro mesi ed a modificare in misura irrilevante I termini del “salvataggio”.  L’austerità non sarà cancellata, come richiesto, e ci saranno ben poche risorse da destinare al disastro umanitario ellenico. Il governo spera di poter negoziare termini più favorevoli il prossimo giugno, ma intanto nel mese di gennaio sono stati prelevati  oltre 12 miliardi di euro dalle banche elleniche, portando il totale dei depositi a soli 148 miliardi, rispetto ai 240 del 2010.

La verità è che ormai anche i greci non ci credono più nelle speranze di recupero del Paese: non pagano le tasse, da sempre, e prelevano i risparmi. E’ un fuggi fuggi generale che si auto avvita e provocherà altri buchi di bilancio nelle finanze del Paese e non sarà più sufficiente il supporto popolare ottenuto da Syriza per dare una svolta economica al Paese.

EUROPA (extra Euro)

GRAN BRETAGNA: prezzi al consumo a gennaio -0.9%, rispetto a dicembre ed alla stima del –0.8%. Su base annua la salita è solo dello 0,3%, il livello più basso dal 2004.

DANIMARCA: il governo smentisce di poter considerare l’imposizione di capitali.

UNGHERIA: L’alleanza di destra al potere in Ungheria ha perso la maggioranza di due terzi in Parlamento dopo la vittoria dell’opposizione di sinistra in occasione di un’elezione suppletiva, ostacolando così i piani del primo ministro Viktor Orban per una modifica della Costituzione.

Fidesz, il partito di Orban alleato con il Kdnp, ha vinto a mani basse le elezioni amministrative, nazionali ed europee nel 2014 ma recenti sondaggi lo danno in calo, mentre avanza il partito di estrema destra Jobbik. Le prossime elezioni politiche si terranno nel 2018.

NORVEGIA: è di 10,000 lavoratori il bilancio dei licenziamenti nel settore petrolifero in pochi mesi. La crisi del settore energetico che concorre al 15% del Pil nazionale, oltre il 50% delle esportazioni e l’80% delle entrate fiscali, porterà il Paese velocemente in recessione.

SVEZIA: gli ultimi dati macro hanno evidenziato una crescita economica più sostenuta del previsto.

Il Pil della maggiore economia scandinava ha segnato nel quarto trimestre un balzo del +1,1% su base trimestrale rispetto al +0,5% delle attese ed al +0,3% del trimestre precedente. Su base tendenziale, la crescita economica è stata pari al 2,7%.

NORD AMERICA

CANADA: l’indice di fiducia delle piccole imprese crolla al livello più basso da metà 2009, a causa del calo delle materie prime. Il Canadian Federation of Independent Business Barometer scende a 59.1 a febbraio da 63.5 del mese precedente con la regione dell’ Alberta, la più ricca, che scende a 48.2

STATI UNITI: prima revisione del Pil del quarto trimestre al +2.2%, dal + 2.6% precedente e rispetto alla stima del +2%.

La fiducia dei consumatori scende più del previsto a febbraio, rispetto ai massimi storici raggiunti a gennaio. L’indice si ferma infatti a 96.4 rispetto al dato, rivisto al rialzo, del mese precedente a 103.8 al livello più basso dal settembre 2014 e sotto la stima di 99.6

Aumentano anche le richieste di disoccupazione settimanali, a causa delle difficoltà del settore petrolifero che continua  a licenziare. Le richieste salgono di 31k unità a 313k , il maggior incremento dal dicembre 2013.

Prezzi al consumo crollano del -0,1% sul mese precedente, a gennaio, ai livelli post Lehman ed in calo rispetto al +0,8% di dicembre. Su base annua la caduta è pari al -0,7%.

Esclusa la Grande Recessione (2008-2009), per trovare l’indice dei prezzi al consumo negativo su base annua, è necessario tornare indietro fino al 1955.

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - US CPI

Il Dipartimento del Commercio ha comunicato oggi che gli ordini di beni durevoli sono aumentati negli USA a gennaio del 2,8%. Gli economisti avevano previsto un aumento dell’1,7%. Il dato di dicembre è stato rivisto al ribasso, da -3,3% a -3,7%. Escluso il settore dei trasporti gli ordini di beni durevoli sono cresciuti a gennaio del +0,3%. Gli esperti avevano atteso una crescita del +0,5%. Il dato del mese precedente è stato rivisto da -0,8% a -0,9%.

Riprende a scendere l’indice PMI di Chicago (MidWest), dopo il rimbalzo di gennaio. L’indicatore crolla a 45.9, rispetto alla previsione di 57.5, livello che non si raggiungeva da luglio 2009.

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - CHICAGO PMI

Anche l’indice di fiducia del Michigan scende  afebbraio a 95.4 dai 98.1 di gennaio, il maggior calo dal 2009, ed il secondo di sempre dal 1980…!

ASIA

GIAPPONE: scendono le vendite al dettaglio e cala anche la risalita dell’inflazione, bilanciando la forza dell’esportazione e dimostrando, tuttavia, la debolezza della domanda interna.

Cresce la produzione del +4% a gennaio, rispetto al mese precedente, il maggior incremento dal giugno 2011.

CINA: mentre il mercato azionario domestico è stato uno dei migliori nel 2014, l’economia sottostante continua ad indebolirsi: esportazioni, inflazione e prezzi delle case sono tutti calati lo scorso anno.

Indice PMI di febbraio appena sopra la zona di contrazione a 50.1, rispetto al 49.7 di gennaio. Poco da festeggiare, in quanto i sotto indici dell’occupazione, dei nuovi ordini export (peggiore da giugno 2013) e dei prezzi, mostrano segnali di rallentamento preoccupanti che si riflettono anche nell’indebolimento dello yuan, la valuta locale, che si è avvicinata ai minimi degli ultimi 30 mesi verso il dollaro.

HONG KONG: l’economia cresce del +2.2% nel quarto trimestre 2014, rispetto all’anno precedente ed a una previsione del +2.1% ed al + 2.7% del terzo trimestre. Rispetto al precedente trimestre, la crescita è invece del +0,4%

COREA DEL SUD: vendite all’ingrosso discount in calo del -18.3%  sull’anno precedente, rispetto al -3,8% di dicembre.

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - COREA

MATERIE PRIME: rimbalzo del prezzo del greggio, con il Brent (Europa) che registra il maggior incremento mensile dal maggio 2009 e chiude poco sopra I $60, mentre il WTI ritorna, invece, sotto la soglia psicologica dei $50.

Continuano le chiusure dei pozzi di trivellazioni petrolifere, anche se la discesa sta rallentando con solo 43 chiusure nel mese di febbraio. Tuttavia, dal picco di oltre 1.800 pozzi a fine 2013, la discesa è stata impresionante fino a sotto le 1.000 unità attuali e ben più veloce che nel 2009.

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - OIL

Gurdando infine l’andamento del prezzo del greggio, il numero dei pozzi che chiuderanno nei prosimi mesi sarà ancora molto elevato.

La produzione USA di petrolio continua, invece, ad aumentare in quanto le società tagliano i costi, ma estraggono materia prima in grande quantità per cercare di pagare i debiti e sopravvivere. Non c’è dubbio che il prezzo dell’oro nero sia destinato, pertanto, ancora a scendere almeno fino alla prossima riunione OPEC di giugno.

BANCHE: le banche americane continuano ad investire i loro depositi nel debito pubblico USA, superando i $2 trilioni. Si tratta del 16 mese consecutivo di incremento, la più lunga striscia dal 2003.

J.P. Morgan Chase, la più grande banca USA per assets, farà pagare una tassa sui depositi ai clienti istituzionali. Gl interessi negativi sono arivati anche negli Stati Uniti…!

La terza banca di Portorico è fallita nel weekend, dopo un calo del -58% del prezzo del’azione nella settimana. I crediti in sofferenza hanno superato il 40%. Otto filiali su 26 saranno trasferite ad un altro Istituto di credito, mentre il costo per il Fondo di assicurazione dei depositi è pari a $749 milioni.

Anche le sofferenze delle banche greche e di quelle cipriote continuano a salire.

GRECIA

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - GREEK NPL

e CIPRO

NEWS 23 - 1 MARZO 2015 - CIPRO NPL

VALUTE:  l’euro scivola fino a  1,119 in chiusura di settimana, mentre registra il minimo da sette anni verso la sterlina sotto 0,73.

SINTESI: prestiamo molta attenzione alla debolezza della crescita americana. Malgrado dati, ampiamente manipolati, l’intervento della Fed nell’ultimo lustro ed i continui record dei mercati azionari, l’economia a stelle e strisce continua ad indebolirsi con molti indicatori già in fase recessiva.

Questa settimana Hewlett Packard ha annunciato altri 58.000 licenziamenti dopo i 44.000 dello scorso anno. Tuttavia nell’ultimo trimestre il riacquisto di azioni proprie (buyback) ha superato per la prima volta, nella storia aziendale, la quota degli investimenti.

Il dollaro forte e la crisi del settore energetico, vero motore della ripresa, saranno un’altra grande sfida da superare per una economia che non si è mai veramente ripresa dalla Grande Recessione, malgrado gli enormi stimoli monetari ricevuti.

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