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Pinguinoeconomico

NEWSLETTER (28 SETTEMBRE – 4 OTTOBRE2015)

Siria e disoccupazione USA hanno movimentato la settimana dei mercati finanziari mentre nessuna influenza ha avuto sugli spread europei l’esito delle elezioni in Catalogna.

I dati macroeconomici cinesi ed americani confermano un rallentamento generalizzato dell’economia mondiale, evidenziato anche dai dati sul commercio mondiale.

MERCATI FINANZIARI: il terzo trimestre è stato il peggiore dal terzo trimestre 2011, quello del downgrade sul debito sovrano americano da parte di Standard & Poors.

Il Dax ha perso il -14% nel trimestre ed il -24% dai massimi storici, battuto solo da Shanghai (-41%). Stabili i rendimenti dei titoli obbligazionari europei, mentre negli Stati Uniti si allargano gli spreads nel settore high yield con la prima settimana non festiva senza nuove emissioni dal febbraio 2009.

Crollano i rendimenti dei titoli di stato governativi decennali americani che scendono dal 2,17% al 1,97% in una settimana, ma toccano anche l’1,91% dopo l’uscita del dato sul lavoro USA.

In evidenza oro ed argento, ma solo nell’ultima seduta dopo un calo significativo nelle precedenti.

MERCATI EMERGENTI

Non si attenua la caduta di alcune valute nei principali Paesi emergenti. Diverse Banche Centrali stanno inoltre impegnando le rispettive riserve valutarie per difendere, invano, il cambio.

BRASILE: Fitch vede una probabilità superiore al 50% di un ulteriore downgrade sul debito sovrano che taglierebbe il rating a livello “junk” (spazzatura).

 

EUROPA (AREA EURO)

L’indice Pmi manifatturiero scende a settembre a 52 da 52.3 del mese precedente, in seguito ad una espansione più tiepida in Germania, mentre la Francia ritorna a crescere. In generale, il settore manifatturiero sta perdendo forza, come in tutto il resto del mondo, e rischia un nuovo stallo.

GERMANIA: l’inflazione torna negativa in settembre per la prima volta in otto mesi. I prezzi al consumo scendono del -0,1% rispetto alla crescita del +0,2% di agosto.

L’indice Pmi manifatturiero si ferma a settembre a 52.3, rispetto ad una previsione di 52.5 ed al precedente mese  di 53.3.

FRANCIA:  l’indice PMI manifatturiero torna in territorio espansivo a settembre a 50.6 rispetto ai 48.3 di agosto.

ITALIA: nel nostro Paese, invece, l’attività manifatturiera registra un rallentamento con sia la produzuione che i nuovi ordini che crescono a settembre in misura più contenuta rispetto ai due precedenti trimestri dell’anno. L’indicatore si ferma, infatti, a 52.7 rispetto ai 53.8 di agosto.

SPAGNA: il Paese supera lo shock parziale della mezza vittoria degl indipendentisti nelle elezioni regionali in Catalogna. Il partito di maggioranza relativa dovrà scendere a patti con un’ altra forza indipendentista che desidera l’uscita anche dall’euro e dalla Nato per poter governare.

PORTOGALLO: elezioni politiche nel weekend molto delicate. I due partiti che da anni si alternano al governo rischiano un arrivo testa a testa e di non poter garantire un governo stabile ad un Paese ancora molto ferito dalle eccessive misure di austerità e da una ripresa economica molto lenta. L’export è cresciuto negli ultimi quattro anni dal 30% del Pil al 40% attuale, rispetto al 46% della Germania ed al 29% della Francia, trainato dalle piccole industrie manifatturiere del nord del Paese, dove risiede la metà delle aziende.

Il Paese è cresciuto del +0,2% medio annuo dall’entrata nell’euro e prima dell’intervento della Troika del +0,8% medio.

GRECIA: in lieve ripresa l’indice Pmi a settembre a 43.3 dopo il tonfo di agosto a 39.1.

La Grecia rischia la fuga di molti armatori, nell’ipotesi di un incremento delle tasse sul settore.

 

EUROPA (NON EURO)

GRAN BRETAGNA: l’indice Pmi manifatturiero di settembre si attesta sempre al di sopra di quota 50 a 51.5, in lieve ribasso rispetto ai 51.6 di agosto ma vicino ai minimi da due anni segnati a giugno.

 

NORD AMERICA

STATI UNITI: tasso di disoccupazione al 5,1%, invariato rispetto ad agosto. Nuovi occupati in calo a +142k, rispetto ai +203k previsti ed ai +137 di agosto, dato rivisto al ribasso rispetto al precedente +173k.

Ordini dell’industria segnalano una prossima recessione, scendendo per il 10 mese consecutivo su base annua. Rispetto ad una aspettativa di calo del -1,2% nei confronti di agosto, il calo è stato del -1,7%, peggior dato dal dicembre 2014.

news 28 - 4 ottobre 2015 - US FACTORY ORDER

Per la seconda volta consecutiva, la fiducia dei consumatori sale anche a settembre arrivando a 103, rispetto ad una stima di 96.8 ed al livello più elevato da agosto 2007.

news 28 - 4 ottobre 2015 - US CONSUMER CONFIDENCE

L’indice manifatturiero della zona meridionale del Paese è in contrazione per il nono mese consecutivo a -9.5, in risalita rispetto ai -15.8 di agosto.

Case Shiller indice, termometro dell’andamento immobiliare nelle prime 20 città del Paese, -0,2% sul mese precedente contro una stima del +0,1% ed un precedente del -0,2%.

Gli Stati Uniti sono esportatori di petrolio vero il Messico per la prima volta dopo20 anni.

news 28 - 4 ottobre 2015 - US OIL EXPORTS.jpg

 

ASIA e OCEANIA

CINA: La Cina dimezza la tassa sull’acquisto sulle auto sotto i 1600 cc a partire da inizio ottobre.

L’indice Caixin manifatturiero sale a settembre a 47.2 rispetto ai 47 previsti, ma resta ancora in fase di contrazione economica. Lingua originale: inglese; tradotto da Bing Traduzione sbagliata?

INDIA: nuova mossa espansiva da parte della banca centrale indiana, che ha tagliato il tasso di riferimento di 50 punti base al 6,75%, mentre l’inflazione viaggia ai minimi storici e l’economia é esposta al rischio di rallentamento.

AUSTRALIA: aumentano le pressioni sulla Banca Centrale per un ulteriore taglio dei tassi di interesse, già al minimo del 2%, a causa del forte calo delle materie prime che sta penalizzando l’economia.

MATERIE PRIME: petrolio sempre instabile, ma ormai compresso in una forchetta tra $45 ed i 47 da tre settimane. Di seguito il grafico del rame che continua a soffrire del calo di domanda da parte della Cina.

news 28 - 4 ottobre 2015 - RAME.jpg

BANCHE: il programma di acquisto di titoli di stato della BCE ha fallito nello scopo di stimolare i prestiti bancari.

VALUTE: il dollaro si indebolisce fino a 1,13 dopo l’uscita del dato USA sull’occupazione, ma poi recupera di nuovo a fino a 1,121, valore di chiusura della precedente ottava. Il rapporto dollaro/yen rimane, invece, un indicatore chiave per la direzionalità dei mercati azionari. Anche in questo caso, dopo il dato di venerdì, è schizzato di nuovo sul supporto a 119 trascinando tutti gli indici mondiali in negativo per poi rimbalzare oltre quota 120 ed innescare il rally del pomeriggio.

SINTESI: aumenta il nervosismo sui mercati finanziari. Per quanto il rischio sistemico sembri più contenuto rispetto al 2008, la combinazione del rischio politico (Siria, Medio Oriente, elezioni USA, etc..), del rallentamento economico in Cina e nei Paesi emergenti, ma soprattutto la confusione della Fed sulle scelte future di politica monetaria sono sufficienti per provocare ulteriori discese degli indici azionari.

Il forte rimbalzo di venerdì sulla cattiva notizia che diventa buona per il mercato proseguirà forse fino a metà settimana, ma poi i nodi verranno al pettine.

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