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Pinguinoeconomico

NEWSLETTER 8 – 14 SETTEMBRE 2014

Nessun record questa settimana. Sembra incredibile, ma gli indici americani sono scesi del -1%, quasi tutto nell’ultima seduta settimanale, dopo sei settimane consecutive di rialzo. Cosa è successo per minare l’incrollabile fiducia degli investitori?

Sicuramente i timori per la secessione della Scozia con il referendum previsto per questa settimana. La paura per una improbabile, ma possibile, vittoria dei SI’ ha affossato la sterlina e drenato $27 miliardi dal Regno Unito, cifra superata solo dopo il fallimento di Lehman Brothers. Questa è la possibile scusa per qualche starnuto, mentre il nervosimo viene dall’interno. Il mercato sconta ancora il brutto dato sull’occupazione di agosto uscito a fine della scorsa settimana ed un probabile rialzo dei tassi di interesse nei prossimi mesi.

Il contesto geopolitico rimane sempre complicato anche se un po’ più disteso. Tuttavia le manifestazioni in Catalogna pro-indipendenza con oltre un milione di persone per le strade e le nuove sanzioni contro la Russia tengono elevata la tensione anche sui mercati finanziari.

MERCATI FINANZIARI:  si impenna il rendimento del decennale USA che schizza al 2,61% dal 2,41% della scorsa settimana, un rialzo inaspettato che non si verificava, per intensità, da oltre 18 mesi. Nervosismo anche tra i rendimenti dei bond governativi europei. Male la Spagna, a causa dell’esito del referendum scozzese che potrebbe provocare fratture tra i movimenti indipendentisti catalani e baschi ed il governo centrale di Rajoy. Il decennale spagnolo è risalito fino al 2,27% dal 2,05%, precedente. Andamento negativo anche per il BTP italiano dal 2,25% al 2,45%, ma anche il bund tedesco è risalito all’1% da un incredibile 0,86%, seguito dall’OAT francese al 1,47% dall’1,3% della settimana precedente.

L’indice Nikkey della Borsa di Tokio raggiunge invece i massimi dal 7 gennaio. Prosegue il rialzo anche della Borsa di Shanghai, mentre le Borse europee non arretrano, malgrado il sempre complicato contesto economico e politico internazionale.

MERCATI EMERGENTI: tensioni più spostate in America Latina questa settimana, mentre il presidente USA Obama ha dichiarato di aver costruito una coalizione per combattere e distruggere le basi dei terroristi Jahadisti dell’ISIS in Iraq ed in Siria. Pronta smentita di Germania e Gran Bretagna che non intendono invece appoggiare i raid aerei. Anche la Turchia si è poi sfilata da questa coalizione anti-terrore.

VENEZUELA: Prosegue la salita dei prezzi alimentari che registrano un +98% sull’anno precedente. L’inflazione è salita al +63% annuo, rispetto al +41% del precedente anno. Ma i problemi sono immensi. Dopo la mancanza di carta igienica e di altri generi di prima necessità, anche la carta stampata è sparita. Ben nove giornali hanno dovuto chiudere. Tuttavia la comunità internazionale è concentrata sul rischio di un prossimo default per il Paese, Il 15 ottobre scadono bond per $4,5 miliardi e non sarà facile onorarli. Il Governo intende aumentare il prezzo della benzina che costa solo 2c al litro, molto meno dell’acqua. Si tratta di un prezzo politico calmierato che danneggia le già vuote casse dello Stato. Difficile che il governo chavista di Maduro, in calo di popolarità, possa procedere a ritoccare il prezzo alla pompa. L’ultima volta che accadde nel 1987, ci furono violente sommosse popolari ed il governo fu costretto a rimangiarsi il provvedimento.

Un default sarebbe molto più pesante per il Paese, rispetto a quello argentino del 2001.

UCRAINA/RUSSIA:  la tregua firmata venerdì 5 sta tenendo, a parte qualche irrilevante scaramuccia. Tuttavia l’inflessibile Europa, guidata dall’onnipresente Obama, ha deciso di ulteriormente inasprire le sanzioni economiche verso la Russia. Sembra che le ritorsioni sovietiche non si faranno attendere. La Polonia ha comunicato che le forniture del gas sono state ridotte fino al 45%, notizia smentita invce da Mosca. L’Ucraina è economicamente sul baratro e necessita di aiuti UE, ma anche del gas di Putin per superare l’inverno. I due schieramenti militari stanno approfittando della tregua per rinforzare le reciproche posizioni, ben consapevoli che presto le ostilità riprenderanno.

EUROPA: pubblicato il bollettino mensile della BCE.  Il terzo trimestre sarà più debole del previsto, resta aperta la possibilità di usare strumenti non convenzionali.

La BCE intravede per l’Italia difficoltà a raggiungere l’obiettivo di deficit di bilancio pari al 2.6% del PIL nel 2014.

FRANCIA: produzione industriale a luglio sale del +0,2% sul mese precedente, rispetto ad una stima del -0,5%. Sull’anno la crescita è del +0,1%, rispetto ad una previsione del -0,3%.

La Francia sforerà anche nel 2014 l’obiettivo di deficit dal 4,3% al 4,4%. Ha inoltre dichiarato che l’obiettivo del raggiungimento del 3% slitterà al 2017, confidando nel solito oblio della UE nei confronti della disastrata economia transalpina.

ITALIA: deficit Italia superera’ 2,6% nel 2014, a causa dell’imprevisto calo del Pil. Anche il debito continua a crescere a luglio, seppur di soli 200 milioni di euro, mentre nei primi sei mesi era salito di ben 99,2 miliardi. Riprende a scendere ancora la produzione industriale: a luglio -1% sul mese precedente e -1,8% rispetto al 2013, contro una previsione molto più favorevole del -0,2% mensile e del +0,1%.

Secondo Confcommercio, nei primi 8 mesi dell’anno hanno già chiuso 25.000 negozi.

SPAGNA: si conferma in territorio negativo l’indice dei prezzi al consumo. Ad agosto segna un calo tendenziale del -0,5% sull’anno precedente dal -0,3% precedente. Su base mensile invece l’inflazione risulta di +0,2%.

GRECIA:  il tasso di disoccupazione rimane elevato anche a giugno, malgrado il periodo favorevole al turismo:  27% rispetto al 27,1% di maggio ed al 27,6% dello scorso anno. Moody’s alza il rating della Grecia che registra un avanzo primario di 1,8mld nei primi 7 mesi dell’anno.

GRAN BRETAGNA: occhi puntati sul referendum di giovedì 18. Alla fine i NO all’indipendenza prevarranno sui SI’, a causa dei timori e delle conseguenze economiche legati a questa epocale decisione. E’ stato così anche in Quebec (Canada), qualche anno fa, dove addirittura nei sondaggi i SI’ erano molto più avanti.

USA: crollano le scorte nel mese di luglio e, visto che il balzo del Pil del soecondo trimestre è stato generato dalla crescita degl inventari per il 40%, il dato non lascia ben sperare ad una ripetizione della stessa inebriante performance (+4,2%) anche nel terzo trimestre. Le scorte sono infatti cresciute solo del +0,1% rispetto al mese precedente ed una stima del+0,5%. E’ il peggior incremento dal maggio 2013.

Oltre 40 milioni di americani hanno un debito universitario, rispetto ai 29 milioni del 2008, con un debito medio procapite di $29k, contro i $23k precedenti.

ASIA

GIAPPONE: il Pil del secondo trimestre è stato rivisto ancora al ribasso a -7,1% dal -6,8% precedente.

CINA: l’indice dei prezzi al consumo ad agosto è sceso al 2% , rispetto al 2,3% dei due mesi precedenti.  Crollano invece i prezzi alla produzione che scendono del -1,2% sull’anno precedente,  a conferma dell’eccesso di capacità produttiva nel Paese.  Anche la produzione industriale sale ad agosto solo del +6,9%, il livello più basso degli ultimi sei anni.

AUSTRALIA: crolla il dollaro australiano ai minimi da sei mesi verso il biglietto verde. La notizia del numero record di nuovi occupati ad agosto non scalda la divisa che non recupera. A ben guardare, nel numero sono inclusi ben +121k di nuovi occupati part-time.

MATERIE PRIME: continua senza sosta la discesa del prezzo del petrolio americano (WTI) che scivola anche sotto i $92, mentre lo spread con il Brent (UK) si restringe a soli $5 ($97). Il petrolio scende, malgrado le tensioni internazionali. Come mostra il grafico è strettamente correlato alle aspettative della crescita mondiale che continuano ad essere riviste al ribasso.

news 8 - 14 settembre 2014 GREECE

Prosegue anche il calo dell’oro che crolla a $1.230.

BANCHE:  Lloyds e RBS hanno comunicato che trasferiranno il loro quartier generale da Edimburgo a Londra, in caso di vittoria dei secessionisti scozzesi. L’euribor a 3 mesi scende sotto il 0,09%. Il denaro non costa più nulla….!

VALUTE: euro ancora sotto pressione, ma risale fino a 1,295 dai minimi a 1,285. Le previsioni per la moneta unica sono funeste: 1,24 a fine anno e 1,18 a dicembre 2015. Crolla lo yen oltre i 107,5 sul dollaro e trascina al rialzo la borsa giapponese.

Prosegue il recupero di alcune valute emergenti: la rupia indiana sale al livello più alto dallo scorso luglio. SINTESI: malgrado siano mancati nuovi record, la situazione di compiacenza degli investitori nei mercati finanziari persite e non si scalfisce. La convinzione che questa volta sia diverso ed i mercati azionari non scenderanno più è ormai consolidata. Economie mondiali in crescita nulla, associate ad instabilità politica e monetaria, non sono stati elementi sufficienti neanche per promuovere una modesta correzione.

Ma la storia insegna che tutto quello che prima sale parabolicamente, poi scende in modo rovinoso. Il tempo del verdetto è ormai vicino, meglio non farsi trovare impreparati.

BUBBLE

 

 

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