Thursday 18th April 2024,
Pinguinoeconomico

NEWSLETTER (SETTIMANA 13 – 19 APRILE 2015)

Draghi viene “assalito” da una dimostrante durante la conferenza della BCE a metà settimana. Al di là dell’episodio, rimangono i dubbi sulla validità di questa manovra di politica monetaria tardiva. La Bce ha portato il Bund tedesco sotto i cinque centesimi di rendimento e l’euribor, il tasso di riferimento interbancario, a zero. Nel giro di pochi giorni rischiano entrambi di andare negativi.

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In questo contesto magnifico nel quale ogni problema sembra risolto o minimizzato, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso la crescita mondiale per il corrente anno dal +3,9% al +3,5% e questo, malgrado il crollo del prezzo del petrolio e l’inizio del QE europeo.

Che cosa importa se la Grecia fallisce, il dollaro sale od il petrolio scende? Poco o nulla quando una tale massa di denaro viene prodotta dal nulla dalle banche centrali e si riversa sui soliti “assets” creando una ricchezza temporanea e fittizia.

MERCATI FINANZIARI: nuovi massimi per quasi tutti gli indici azionari a metà settimana, ma poi i mercati crollano per la solita paura della Grecia ed il crollo del mercato cinese: -7% il peggiore dal febbraio 2008, nell’ultima seduta.

Sul fronte dei titoli governativi, l’Europa si divide: nuovo minimo storico per il bund tedesco che arriva a 4,9 centesimi (!?) per poi risalire fino a 7,7 e per il gild olandese a meno di 15 centesimi, mentre risale pesantemente lo spread sui periferici mediterranei con il Portogallo all’1,9 (+45bps), la Spagna all’1,5% (+25bps) e l’Italia a 1,48% (+30bps), a causa dei rinnovati timori per il default greco.

Titoli greci che si impennano con la scadenza a due anni che schizza al 27% ed il decennale oltre il 12%.

RUSSIA: Pil cresce a sorpresa del +0,6% nel 2014 sul precedente anno, malgrado le previsioni nefaste degli analisti.

TURCHIA: nuovi record negativi per la lira turca che raggiunge i 2,7 contro dollaro, ma si indebolisce anche nei confronti dell’euro.

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INDIA: scende l’inflazione al 5,2% a marzo, su base annua, e dà altro spazio alla Banca Centrale per abbassare i tassi di interesse.

SUD AFRICA: scoppiano violenze tra neri e gruppi di immigrati accusati di rubare posti di lavoro ai locali in un Paese nel quale il tasso di disoccupazione si attesta al 24%.

UCRAINA: riprendono gli scontri nell’est del Paese e solo questa settimana sono oltre 10 i soldati che Kiev sostiene siano stati uccisi dai separatisti.

BRASILE: crolla la fiducia dei consumatori, ennesima conferma della grave crisi economica che attanaglia l’economia carioca da quasi un anno.

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EUROPA (AREA EURO)

Migliora il dato europeo sulla produzione industriale: in febbraio, è aumentato dell’1,1% nell’Eurozona e dello 0,9% in Ue. Lo conferma Eurostat. In gennaio, si era registrato in entrambi i casi un segno negativo (-0,3%). Il miglioramento annuale è rispettivamente dell’1,6% e dell’1,4%. In Italia, in febbraio la produzione industriale è aumentata dello 0,6% dopo aver perso lo 0,7% nel mese precedente. L’aumento nell’Eurozona è dovuto principalmente al rialzo della produzione dei beni non durevoli (+1,6%), di energia (+1,1%) e dei beni di investimento e durevoli (+1% ciascuno).

GERMANIA: l’agenzia statistica nazionale alza le previsioni di crescita del Paese per il 2015 dal +1,2% al +2,1%.

ITALIA: a febbraio le esportazioni italiane crescono del 3,7% rispetto allo stesso mese 2014, trainate dall’area extra Ue (+7,1%). Lo rileva l’Istat che segnala incrementi anche rispetto al mese precedente del 2,5%. Sono in aumento anche le importazioni dell’1% sull’anno e dello 0,6% sul mese. Sempre nello stesso mese, l’avanzo commerciale dell’Italia con l’estero aumenta a 3,5 miliardi dai 2,7 miliardi dell’anno precedente. Lo comunica l’Istat. Al netto dell’energia il saldo è in attivo per 6,1 miliardi.

L’aumento delle esportazioni italiane a febbraio, secondo l’Istat, è ”spiegato per quasi due terzi dall’aumento delle vendite verso gli Stati Uniti” di auto, altri mezzi di trasporto e metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti). In particolare, le vendite verso gli Usa sono in crescita del 48,5% sull’anno, quelle di auto del 31,6% e quelle degli altri mezzi di trasporto del 32,8%..

PORTOGALLO: l’indice dei prezzi al consumo sale  a marzo del +1,9% sull’anno precedente e del +0,3% sul mese, entrambi i dati sopra le attese del +1,5% e -0,1%.

SPAGNA: ancora in ripresa il consumo di cemento per il settimo mese consecutivo, rispetto all’anno precedente. Diminuisce la deflazione per il secondo mese consecutivo su base annua, mentre sembra stabilizzarsi quella più significativa che non tiene conto delle componenti più volatili (cibo ed energia).

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GRECIA: il debito statale verso i privati aumenta a febbraio a 3,25 miliardi dai 3,1 di gennaio, mentre le entrate fiscali diminuiscono a febbraio di 20 milioni a €628.

Malgrado tutte le previsioni positive, il Paese ha chiuso il 2014 ancora in deficit del 3,5% sul Pil, rispetto ad una previsione del 1,6%. I negoziati con l’Europa sono ad uno stallo e si parla ormai sempre più dicihiaratamente di possibile default a fine mese, anche se la popolazione vorrebbe rimanere nell’euro.

La Grecia ha ottenuto un surplus primario del +0,4% rispetto al Pil nel 2014, mancando il target del +1,5% previsto nel pacchetto europeo di salvataggio.

Il rapporto debito/Pil è ancora salito al 177%

NORD AMERICA

STATI UNITI: rimando gran parte dell’analisi sulle crescenti difficoltà dell’economia a stelle e strisce ad un articolo appena postato.

In aggiunta, la fiducia delle piccole medie imprese scende anche a marzo al livello dello scorso giugno a 95.2 da 98 del mese precedente.

Scendono anche i permessi di costruzione a marzo a 1039K, rispetto ai 1081K previsti ed ai 1102K del mese precedente. Sul mese precedente la caduta è del -5.70%, rispetto ad una stima del -1.90%.

Gli inizi di nuovi cantieri scendono anch’essi a 926K (stima 1040K; precedente 908K), -2.00% (stima +15.90%)

L’indice manifatturiero della zona di New York scende a -1,2 ad Aprile, rispetto ad una aspettativa di crescita a 7.2 e dal 6.9 di marzo. Il sotto indice dei nuovi ordini scende al livello del gennaio 2013.

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Brutte notizie anche dalla produzione industriale che torna ai livelli di metà 2009.

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Infine il dato dell’inflazione a marzo: negativo al -0,1% sull’anno precedente e +1,8% al netto delle componenti cibo ed energia.

TRIMESTRALI USA

Le trimestrali di INTEL e SANDISK, due tra le più note società tecnologiche USA, sono la sintesi della follia della ingegnerizzazione finanziaria.

Intel esce in linea con le attese, ampiamente riviste al ribasso, dopo il “profit warning” di due settimane fa quando aveva dichiarato la caduta del fatturato trimestrale da 14,2 miliardi di dollari a 12,8. Il titolo guadagna quasi il +5% nella seduta successiva.

Sandisk, invece, delude il mercato e comunica licenziamenti pari al 5% della forza lavoro, ma annuncia il più imponente piano di buybacks (riacquisto azioni proprie) degli ultimi trimestri. Soldi per ricomprarsi le azioni, ma a scapito dei lavoratori che vengono mandati a casa.

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ASIA e OCEANIA

GIAPPONE: il 26% della popolazione nipponica ha una età superiore ai 65 anni, in crescita rispetto al 20% del 2006 ed al 10% del 1985. Nel 2022 la percentuale raggiungerà il 30%, il 40% nel 2050 secondo stime governative. La popolazione decresce per il terzo anno consecutivo.

GIAPPONE - popolazione

CINA: bilancia commerciale disastrosa a marzo con sia import che export che collassano.

NEWS 13 - 19 APRILE - CHINA TRADE BALANCE

Le importazioni sono crollate del -12,3% sull’anno precedente, rispetto ad una stima del -11,3%, mentre le esportazioni scendono del -14,6%, contro una stima del +8,2%.

Il surplus commerciale scende a 18,16 miliardi di yuan, rispetto ad una previsione di 250 miliardi

NEWS 13 - 19 APRILE - CHINA EXPORT-IMPORT

Il Pil cinese scende al +7% nel primo trimestre (+1,3%) sul trimestre precedente, il più basso degli ultimi 30 anni. Secondo analisti indipendenti, la crescita reale sarebbe già al +4,4%, invece..!!

NEWS 13 - 19 APRILE - CHINA GDP

MATERIE PRIME: 19esima settimana consecutiva di calo dei pozzi di perforazione petrolifera. Le riserve di greggio sono ancora aumentate, anche se ad un ritmo molto modesto. Tale notizia ha provocato un forte rimbalzo del prezzo del greggio fino a $56, il prezzo più elevato da inizio anno.

Oro sostanzialmente invariato intorno ai $1.200.

BANCHE: ormai si è capito che gli stress tests condotti in Usa e in Europa sono una mezza farsa, nel senso che in realtà non hanno preso in esame condizioni di vera difficoltà, sottovalutando l’impatto che potrebbero avere crisi sistemiche sui bilanci ancora poco solidi degli istituti di credito del mondo industrializzato. La conferma di quanto siano ancora sotto capitalizzate le banche americane viene dall’ex governatore di lungo corso della Federal Reserve di Kansas City, Thomas Hoenig, che ha lanciato un allarme sui difetti e sulla debolezza del settore.

Secondo gli esami della banca centrale, le principali banche degli Stati Uniti sarebbero in grado di uscire indenni da un’altra crisi finanziaria senza dover ricorrere a piani di salvataggio con denaro pubblico.
Hoenig ha pubblicato dati che contraddicono le conclusioni della Fed. I calcoli mostrano come il capitale di alcune banche sia in media solo del 4,97% degli asset in bilancio alla fine del 2014 e non del 12,9%, ben al di sopra dei livelli minimi richiesti dalle autorità di controllo.

La discrepanza nei calcoli è dovuta in gran parte dall’opinione differente sui rischi rappresentati dai contratti derivati presenti nei portafogli degli istituti di credito di Wall Street usati per fare profitti e speculare.  Hoenig, che è stato il direttore della Federal Reserve di Kansas City per 20 anni, il massimo concesso, osserva come secondo i dati ufficiali i derivati in mano alle cinque banche principali americane siano pari a 300 miliardi. In realtà secondo le norme internazionali, gli strumenti finanziari di JPMorgan Chase, Citigroup, Bank of America, Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno un valore pari a 4 mila miliardi di dollari. Nell’analisi di Hoenig i derivati sono calcolati come attivi iscritti a bilancio, il che riduce il rapporto tra capitale e asset.

I calcoli di Hoenig sono da considerare più attendibili di quelli della Fed per un semplice motivo: le perdite e i guadagni risultanti dai derivati possono essere facilmente compensati in un contesto economico stabile, ma durante le crisi finanziarie tutto cambia.

Dopo che è scoppiata la bolla dei mutui subprime, ai contribuenti americani è stato chiesto di fornire agli istituti di credito in difficoltà decine di miliardi di dollari per sopperire alle perdite subite per via degli investimenti in strumenti ad alto rischio. In un sistema in salute le banche detengono un cuscinetto di capitale tale da garantire che non si ripeta quanto avvenuto durante l’ultima crisi. I funzionari pensano che sia questo il caso allo stato attuale delle cose.

Secondo Hoenig, vice presidente della Federal Deposit Insurance Corporation, agenzia indipendente da governo e banca centrale che gestisce fondi del bilancio federale, si sbagliano di grosso.

VALUTE: riprende l’oscillazione del cambio dollaro/euro con quest’ultimo che si rafforza oltre 1,08, nonostante le notizie allarmanti sulla salute delle finanze greche.

SINTESI: Se ci avessero detto quindici anni fa che questo sarebbe stato il livello dei tassi di interesse e del prezzo del petrolio, avremmo pensato che l’economia sarebbe stata in pieno boom. Così, invece, non è ed anzi la situazione non sembra migliorare se non per brevi periodi temporali e solo quando ampiamente assistita da massicce politiche monetarie e fiscali (aiuti pubblici).

I problemi sono sempre gli stessi. Ogni settimana siamo sempre a parlare della Grecia, ma in aggiunta anche USA e Cina rallentano vistosamente nel primo trimestre dell’anno. La finanza, inoltre, continua la sua folle corsa e distoglie attenzioni dai veri problemi economici che così non vengono risolti, ma nemmeno affrontati.

Questa situazione sappiamo tutti che, tuttavia, non potrà continuare in eterno. Somministrare morfina ad un malato terminale, allevia il dolore ma non guarisce la malattia.

Solo dopo una vera ristrutturazione delle economie e dei debiti si potrà pensare di ripartire e ricominciare a crescere. Così invece si naviga a vista, ben sapendo, tuttavia, che è sempre una strada in salita e con un finale già scritto: una nuova depressione finanziaria.

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