Friday 29th March 2024,
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OBAMACARE – UN ANNO DOPO

La riforma sanitaria, lanciata con grande fatica dall’amministrazione democratica e fermamente voluta dal Presidente Obama, ma osteggiata dai repubblicani, è entrata in vigore ad inizio del 2014. Dopo un anno dalla sua applicazione restano, tuttavia, molti dubbi sulla validità del provvedimento finalizzato ad estendere la copertura sanitaria ad un maggior numero di cittadini non  in grado di sostenere il prezzo di una polizza privata.

Il sistema prevede la possibilità di sottoscrivere una polizza a prezzi più contenuti, grazie ad una moltitudine di offerta e senza discriminare coloro che sono affetti da patologie pregresse. Prima dell’introduzione della riforma, 48 milioni di persone erano ancora sprovvisti di una polizza sanitaria, senza la quale negli Stati Uniti è quasi impossibile farsi curare, essendo gli ospedali quasi esclusivamente privati.

Per incentivare l’acquisto della nuova copertura assicurativa, l’amministrazione democratica ha previsto l’erogazione di sussidi  inizialmente indirizzati a quattro milioni di cittadini. Grazie agli aiuti federali, il costo medio della polizza acquistata è diminuito di oltre il 75%, da 346 a 82 dollari.

L’obiettivo del Patient Protection and Affordable Care Act (conosciuto semplicemente come Obamacare) è quello di convincere, nel lungo periodo, i 48 milioni di individui senza un’assicurazione – al momento dell’entrata in vigore della riforma – ad acquistarne una, abbassando i prezzi e rendendo il costo di una polizza “affordable”, ovvero a buon mercato. Tra le novità più importanti, si evidenziano il divieto per le assicurazioni di negare la copertura a persone con problemi di salute preesistenti, la possibilità per i ragazzi fino ai 26 anni di essere compresi nella polizza dei genitori e l’espansione del programma Medicaid per i poveri.

L’obiettivo è anche quello di convincere i giovani a comprare un’assicurazione, in modo da allargare il mercato inserendo persone che rappresentano un rischio non elevato per le compagnie, così da ammortizzare i costi maggiori sostenuti con le persone malate e contenere il prezzo dei piani assicurativi. Un altro obiettivo è quello di abbassare la spesa del sistema sanitario statunitense, la più alta del mondo.

Oggi, dopo un anno, le sottoscrizioni dell’Obamacare hanno raggiunto i 7,3 milioni di utenti. Un risultato ancora insoddisfacente, considerando la quantità di sussidi (4 milioni), precedentemente indicata.

Sebbene la riforma abbia avuto successo, allargando il numero delle persone coperte dall’assicurazione sanitaria, la nuova legge non è ancora riuscita a ridurre la sostenibilità delle spese sanitarie. Una ricerca privata ha evidenziato, infatti, che circa 64 milioni di cittadini statunitensi, il 20% della popolazione, hanno ritardato o cancellato visite mediche, a causa di difficoltà economiche, nell’ultimo anno.

Un altro degli obiettivi della nuova riforma sanitaria, quello di ridurre i costi generali del sistema, non è ancora pertanto stato raggiunto. La riforma non è stata da tutti ben voluta, in quanto una parte della riduzione dei costi è stato accollato all’imprenditoria privata, costretta a pagare una parte della polizza ai propri dipendenti che superano un determinato quantitativo di ore settimanali lavorate.

Il sistema è comunque partito e si tratta di una pietra miliare per un settore come la sanità,  poco assistenziale nell’economia a stelle e strisce. Sicuramente c’è qualcosa da affinare, ma non credo che neppure  i repubblicani, i quali ora dopo le elezioni di medio termine controllano entrambi i rami del parlamento, la cancelleranno definitivamente dopo averla in tutti i modi osteggiata.

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