Friday 29th March 2024,
Pinguinoeconomico

TRUMP E LA BASSA VOLATILITA’ DEI MERCATI

Il VIX, l’indice della volatilità implicita, che misura il livello di paura degli investitori sul mercato americano, sembra ormai ridotto ad uno zombie, relegato ad un livello di quotazione che esprime una totale compiacenza degli investitori, fiduciosi solo nel rialzo continuo ed esteso del mercato azionario a stelle e strisce.

Ad inizio mese, questo indice ha raggiunto nuovi minimi storici, malgrado l’economia mondiale sia afflitta da nuove incertezze politiche. La bassa volatilità sta esprimendo inoltre un livello di confidenza nelle future politiche di Trump che sembrano, tuttavia, già tutte scontate positivamente da Wall Street.

Per mesi prima dalla sua elezione, Trump sembrava il principale spauracchio per i mercati, nel caso venisse proclamato vincitore principalmente per le sue politiche piuttosto populiste.

Tuttavia, la sua capacità comunicativa ha grande influenza sui mercati, in virtù anche della sua retorica, che spazia dalla presentazione di un piano fiscale fenomenale nei prossimi giorni al contenimento dell’immigrazione clandestina.

Il dinamismo del nuovo Presidente piace ai mercati, che sfruttano ogni nuovo suo proclama per alimentare l’attuale “panico di acquisti” a Wall Street,  incessante sin dalla sua elezione.

Trump continua ad ottenere grosso credito tra gli investitori, malgrado alcune delle sue proposte siano già state osteggiate o respinte dai suoi oppositori, tra le quali il divieto di accesso negli Stati Uniti ai nativi di sette Paesi asiatici/africani rei di fomentare il terrorismo.

Sembra infatti che Trump sia in grado di cambiare da solo l’establishment, ambiente dal quale, tra l’altro, proviene e dei cui membri si è pesantemente contornato nella compagine di governo.

Per quanto le proposte del Presidente possano sembrare in buona fede, difficilmente potranno essere applicate senza l’approvazione del Parlamento, sebbene in maggioranza repubblicana.

Fatta questa premessa, ciò che è difficile da comprendere

non è tanto l’ascesa del mercato azionario, ma la corrispondente compressione della volatilità.

I mercati azionari hanno sempre “prezzato” le buone notizie, salvaguardando il detto di Wall Street di comprare sulle indiscrezioni e vendere sulla notizia. Tuttavia, in considerazione dell’incertezza che circonda l’implementazione del programma di Trump, non sembra logico che il VIX abbia toccato la scorsa settimana il suo minimo dal 2008.

L’indice sembra così improvvisamente passato di moda, tanto che molti affermano che non sia più il termometro della paura nel mercato odierno, rispetto ai tempi del 2008-09 quando l’indicatore viaggiava in media sopra ai quaranta punti, con punte di quasi ottanta, rispetto agli undici delle ultime settimane.

Il primo grafico mostra l’andamento del VIX dall’elezione di Trump e dalla sua incoronazione. Mai l’indice è stato così basso con i precedenti presidenti.

Il VIX è stato sostanzialmente al di sotto dei quattordici punti negli ultimi tre mesi

VIX-1

con medie decisamente inferiori ed in ulteriore discesa fino agli attuali undici punti.

Nulla a confronto con la volatilità durante e post l’elezione di Obama (2008) che scontava uno dei periodi più drammatici per l’economia a stelle e strisce da inizio millennio e forse dalla seconda guerra mondiale ad oggi.

VIX-2

Anche George W. Bush, al pari di Obama, si insediò alla Casa Bianca dopo la recessione seguita allo scoppio della bolla delle dot.com con il VIX che rimase, durante i primi cento giorni, sempre al di sopra dei venti punti, ma con punte ben oltre i trenta.

VIX-3

Risalendo ancora più indietro nel tempo, arriviamo a Bill Clinton che salì al potere al termine della recessione della fine degli anni ’80 e dopo uno dei più estesi trend rialzisti dal dopo guerra. Il VIX si mosse in quel periodo tra gli undici ed i sedici punti, ma sempre al di sotto della soglia di allarme nervosismo previsto a quota venti punti.

VIX-4

Oltre a Clinton non è possibile estendere l’analisi essendo la storicità dell’indice iniziata nel 1990 e si può solo stimarla.

 

Considerazioni finali

La storica comparazione del VIX nei primi 100 giorni dall’elezione di Trump evidenzia che il comportamento dell’indice è del tutto anomalo rispetto ai precedenti presidenti.

Tuttavia, questa non è l’unica anomalia di un mercato sempre più scollegato dai fondamentali, ma che testimonia l’atteggiamento di molti investitori che non sono in grado di valutare il rischio di un mercato  perlomeno sopravvalutato, se non anche in bolla già da diversi mesi.

Alla radice del dilemma è presente l’atteggiamento delle Banche Centrali, che hanno sicuramente affossato il significato del VIX, alterando la liquidità dei mercati finanziari.

Per alcuni versi la situazione è molto simile a quella del 2007, quando il mercato non fu in grado di “prezzare” l’imminente bolla dei mutui subprime.

Trump è stato incoronato come il Presidente con la minore volatilità azionaria della storia, malgrado sia nel mezzo di un cambio di direzione della politica monetaria da parte della Fed e nel pieno di una revisione di quella fiscale, ancora tutta da definire.

“This time is different”, l’adagio ottimista sul quale si siede questo incredibile rally azionario, ormai settennale, potrebbe rivelarsi un amaro presagio presto o tardi.

 

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