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Pinguinoeconomico

NEWSLETTER 22 – 28 SETTEMBRE 2014

Il contesto geopolitico e mondiale si fa sempre più fosco. Mentre la tregua in Ucraina sembra tenere da tre settimane, una coalizione internazionale guidata da Stati Uniti, Gran Bretagna ed alcuni Paesi Arabi ha iniziato a bombardare le postazioni dei miliziani islamici nel nord est della Siria. Tuttavia non è ben chiaro chi siano i nemici e quali i potenziali alleati da sostenere in un contesto ancora molto confuso.

Ebola: alcune onlus” internazionali hanno dichiarato che il numero di decessi ha raggiunto le 3.000 unità e che il contagio è ormai fuori controllo. Le previsioni della diffusione del virus sono allarmanti e mancano le risorse economiche per contrastare efficacemente la malattia.

La Catalogna vuole il referendum per la secessione il 9 di novembre, come confermato dal parlamento regionale, ma Madrid non intende permetterglielo. Questa sarà la vera prova della tenuta dell’Unione Europea, molto più difficile di quella scozzese dello scorso 18 settembre.

Mercati sull’ottovolante. Indici azionari negativi lunedì, martedì e giovedì, quando sembravano pronti per il proseguimento di una importante correzione. Poi i corposi rimbalzi di mercoledì e dell’ultima seduta. Divise impazzite e materie prime che invece continuano a scendere.

MERCATI FINANZIARI: nessun record questa settimana per il mercato azionario statunitense che ha limitato i danni, grazie anche alla revisione al rialzo del Pil domestico nel secondo trimestre dal +4,2% al +4,6%, ampiamente prevista, ma festeggiata dal rialzo nell’ultima seduta settimanale. Europa più incerta ed in particolare le piazze di Londra e Francoforte che risentono negativamente di fattori locali: Londra della clamorosa revisione del bilancio dei primi sei mesi del colosso della grande distribuzione Tesco, che perde il -12% in una sola seduta ed il -40% da inizio anno. La Germania, invece, sconta le inaspettate dimissioni di Bill Gross, l’americano guru del risparmio gestito obbligazionario, da Pimco, società che aveva fondato ed ora controllata dal colosso assicurativo tedesco Allianz.

Il nervosismo riporta il “flight to quality” verso le obbligazioni: scende il TBOND USA al 2,53% dal 2,62% della settimana precedente. In Europa il maggior recupero è conseguito dai BONOS spagnoli che scendono di una decina di basis points al 2,25%.

In Asia, male la Borsa di Sidney che lascia sul terreno oltre il -2%, in una settimana, a causa anche della debolezza del dollaro australiano, sceso a 87 rispetto al biglietto verde dai 95 dello scorso agosto. Continua invece ad essere sostenuto artificialmente il Nikkey giapponese che veleggia ancora sopra i 16.000, intorno ai massimi dello scorso gennaio.

MERCATI EMERGENTI: se ne parla poco, ma si avvicina la scadenza di rimborso del bond venezuelano per $4,5mld di dollari prevista per il 5 ottobre. Il default diventa quindi sempre più probabile, ma i mercati non si preoccupano, almeno per il momento.

TURCHIA: riprende ad indebolirsi, nel disinteresse generale, la lira turca. La divisa è ai minimi da 8 mesi, in seguito alla decisione della banca centrale di mantenere i tassi invariati, a causa dell’inflazione troppo elevata sui generi alimentari. I rendimenti del decennale governativo sono risaliti al 9,41%.

UCRAINA/RUSSIA: le sanzioni economiche contro la Russia comporteranno almeno 3 anni di stagnazione, secondo quanto affermato da un ex ministro delle finanze sovietico. Intanto la Russia ha minacciato di bloccare i patrimoni degli stranieri nel Paese, qualora le sanzioni occidentali continuino ad inasprirsi.

EUROPA : Secondo la stima flash di Markit Economics l’indice PMI Composite per la zona euro è calato a settembre, rispetto ad agosto, da 52,8 a 52,3 punti. Si tratta del più basso livello da nove mesi. Gli economisti avevano previsto un calo a 52,5 punti. La fiducia dei consumatori nell’eurozona scende a -11,4, rispetto a -10,5 della stima ed al -10,0 del mese di luglio.

GERMANIA : L’indice Ifo sul clima degli affari in Germania delude le attese. Il dato di settembre è sceso a 104,7 punti dai 106,3 punti della precedente rilevazione. Si tratta della quinta flessione consecutiva per la fiducia delle imprese tedesche e del dato peggiore dall’aprile del 2013. Gli analisti si attendevano un dato pari a 105,8 punti. Le prospettive degli imprenditori tedeschi sul business dei prossimi sei mesi sono cadute al livello più basso dal dicembre del 2012.

Anche  i rendimenti del titolo triennale scendono in territorio negativo, per la prima volta nella storia.

news 22 - 28 settembre 2014 german BOND

L’indice di fiducia del consumatore tedesco scende a 8.3 ad ottobre, rispetto al 8.6 di settembre e 8.5 previsto.

Crescono i consensi del nuovo partito anti-euro, il quale raggiunge tra il 10 ed il 12% in tre elezioni amministrative regionali. La dimensione raggiunta costringerà la Merkel a non avallare la politica monetaria di Draghi in favore totale dei Paesi più poveri ed indebitati dell’area euro.

FRANCIA: l’indice PMi scende a 49,1 a settembre, minimo da tre mesi. Calano per la prima volta in otto mesi le richieste di disoccupazione: -11k, rispetto alle +26k previste. Purtroppo l’ultima volta che si verificò la stessa cosa si è trattato di un errore, in quanto un distretto non aveva comunicato i propri dati. Negli ultimi 33 mesi, infatti, solo in tre casi si è registrato un incremento del numero degli occupati.

FINLANDIA: vendite al dettaglio in agosto calano del -1,7% in volumi , rispetto allo scorso anno.

ITALIA:  ordini dell’industria di luglio calano del -1,5%, mese su mese, stessa discesa di giugno e -0,7% sull’anno precedente. Consumi alimentari: nei primi 7 mesi rallenta calo, -0,7% rispetto al 2013.

I fallimenti raggiungono un nuovo record nel secondo trimestre: – 14,3% sull’anno precedente. Il governo alza le previsioni di deficit dal 2,6 al 2,8% per il 2014 e dal 1,8% al 2,8% per il prossimo anno. Il pareggio di bilancio è posticipato al 2017. Ormai non ci crede più nessuno.

Peggiora il clima di fiducia delle imprese italiane: secondo l’Istat a settembre 2014 e’ calato a 86,6 da 88,1 di agosto. Tale andamento riguarda tutti i settori: manifatturiero, servizi di mercato, costruzioni e commercio al dettaglio

SPAGNA: Balza il numero di nuovi mutui realizzati a luglio: +28% sull’anno precedente, ma i primi sette mesi dell’anno sono ancora in rosso del -9,4% rispetto al 2013. La Catalogna ha votato per il referendum secessionista il 9 novembre, ma Madrid ha confermato che si tratta di un atto illegale e unilaterale. Oltre 136k spagnoli sono emigrati nello scorso biennio.

GRECIA: aumenta il deficit commerciale dei primi sette mesi del +11,3%, a causa del calo dell’export (-4%) e dell’incremento dell’import (+2,2%). Il surplus primario scende del -40% a luglio a €1.68bn

BULGARIA: schizzerà in alto quest’anno il deficit pubblico che potrebbe arrivare anche al 4,5% del Pil, rispetto al programmato 1,8%. La Bulgaria si trova nell’ennesima fase di difficile transizione. Il 5 ottobre si voterà per un nuovo Parlamento e nelle scorse settimane il sistema bancario bulgaro è stato attraversato da una tempesta che ha portato al commissariamento di un’importante banca ed al salvataggio di altre due.

SVEZIA: il produttore svedese di auto Saab di proprietà cinese, che attraversa da anni grossi problemi finanziari, ha annunciato che taglierà 200 posti di lavoro.

GRAN BRETAGNA: riviste le stime del debito pubblico britannico degli ultimi 15 anni, da parte dell’ente nazionale di statistica che diventano ora ancora più angoscianti.

news 22 - 28 settembre 2014 GB - DEBITO PUBBLICO

USA: scendono le vendite di case esistenti ad agosto a 5.05mln, rispetto ad una stima di 5.20mln ed ai 5.14mln del mese di luglio. La fiducia dei consumatori ad agosto rimane invariata ad 84.6, rispetto a luglio, un livello considerato ancora piuttosto elevato.

L’indice PMI scende a settembre a 58.5, rispetto ai 59.5 di agosto ed una previsione di 59. Gli ordini di beni durevoli, invece crollano del -18,2% ad agosto, il maggior calo dal 1992. Lo stesso indicatore era salito di oltre il 20% a luglio a causa di un grosso ordine di aerei Boeing, che condizionano pesantemente la composizione dell’indice.

Risalgono anche le richieste settimanali di disoccupazione a 293k da 280k, ma ancora sotto le 300k unità, livello che non si registra da 7 anni.

ASIA

GIAPPONE: continua  a salire l’inflazione. Tuttavia il governo sostiene che, escludendo l’aumento dell’IVA,  il tasso sia sceso  in agosto all’1,1%  dal 1.3% di luglio.

CINA: prosegue il rallentamento in tutti i settori produttivi. Il 30% delle miniere di carbone non sono in grado di pagare gli stipendi alla scadenza, mentre il 10% ha tagliato i salari in media del 20%.  Il 70% di tutti i produttori del Paese stanno ora perdendo soldi.

Il grafico mostra l’andamento negativo delle spedizioni e dei consumi elettrici, su base annua, dati incompatibili con una crescita del Pil dichiarata del +7,5%

news 22 - 28 settembre 2014 CHINA electricity & rail

MATERIE PRIME: anche il cotone è una delle ultime materie prime a crollare raggiungendo i minimi dall’ottobre 2009, dopo la dichiarazione cinese di ridurre l’import del prodotto nel 2015.

Tra i metalli preziosi, oro ed argento sono sempre in difficoltà con quotazioni che continuano ancora a scivolare, anche se solo leggermente questa settimana, tentando di trovare un supporto tecnico dove rimbalzare. Petrolio sostanzialmente invariato intorno ai $92, dopo essere pericolosamente sceso anche sotto i $91.

BANCHE: secondo una recente stima le banche mondiali avrebbero posizioni in derivati pari ad oltre $40 trilioni, cifra largamente superiore al totale dei prestiti erogati, inferiori ai $2 trilioni.

Prosegue il calo dei prestiti bancari a famiglie ed imprese in Italia: -1,3% ad agosto rispetto allo scorso anno. Si parla di $103 miliardi di euro in meno erogati rispetto allo stesso periodo del 2011.

VALUTE: euro crolla sotto 1,27 contro dollaro da 1,284 della settimana precedente e scivola a 0,78  verso la sterlina britannica. Lo yen si mantiene debole, con il cross sul dollaro sempre oltre 109.

SINTESI:  si alza la volatilità sui mercati con giornate nelle quali gli indici perdono o guadagnano oltre l’1%, che si susseguono e si moltiplicano. Il morale di fondo rimane positivo ma molti titoli sono già in correzione del -20%, confermando che la bolla è sempre più precaria e che quando scoppierà il crollo si autoalimenterà e non potrà essere controllato, neanche dalle banche centrali, le quali, a loro volta, ne saranno travolte essendo detentrici di “assets” rischiosi che potrebbero velocemente deprezzarsi.

Anche il Fondo Monetario Internazionale, dopo l’OECD, ha rivisto  al ribasso le stime della crescita mondiale. Da febbraio siamo scesi di ben mezzo punto percentuale e non è ancora finita….

news 22 - 28 settembre 2014 global GDP

 

 

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