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Pinguinoeconomico

NEWSLETTER (2- 8 NOVEMBRE 2015) – IL POSSIBILE RIALZO DEI TASSI USA

La prospettiva di un cambiamento di politica monetaria nella riunione del prossimo dicembre, dopo le dichiarazioni della Yellen al Senato e lo straordinario dato sul mercato del lavoro americano nel mese di ottobre non è stata molto apprezzata dai mercati azionari che chiudono incerti una settimana positiva.

MERCATI FINANZIARI: Wall Street completa la sesta settimana consecutiva di rialzo consecutiva, la più lunga striscia positiva dell’anno. Molto positive anche la gran parte della Borse europee ed asiatiche con Tokyo e Shanghai, particolarmente brillanti.

Rendimenti sui titoli governativi che schizzano verso l’alto: il decennale sale al 2,33%, massimo da luglio, mentre il titolo a due anni risale allo 0,90%, massimo da aprile 2011.

MERCATI EMERGENTI

La prospettiva di un rialzo dei tassi americani ha lasciato molti investitori delusi e molti mercati azionari hanno registrato una settimana negativa.

EUROPA (AREA EURO)

Gli indici degli acquisti (Pmi) dell’attività manifatturiera risultano ad ottobre in generale migliori della stima: in Germania il dato si attesta a 52,1 (51,6 la prima stima), in Francia a 50,6 (contro 50,7) ed in Italia si colloca a 54,1 in rialzo dai 52,7 del dato del mese precedente (da nove mesi è sopra la soglia dei 50 punti, livello che delimita la contrazione dall’espansione). Analogo andamento per il dato dell’Area euro che sale a 52,3.

Vendite al dettaglio a settembre in linea con il dato di agosto.

Prezzi alla produzione crollano del -3,1% sull’anno precedente a settembre, seguendo un calo del -2,6% ad agosto.

GERMANIA: ordini dell’industria calano, inaspettatamente anche a settembre, mettendo in evidenza nuovi rischi per l’economia europea: -1,7% sul mese precedente rispetto ad una stima del +1%. E’ la prima volta dal 2011 che il dato scende per tre rilevazioni consecutive in seguito al calo degl iinvestimenti nell’eurozona.

Cala anche la produzione industriale del -1,1% a settembre sul mese precedente, in peggioramento rispetto al -0,6% di agosto.

GRECIA: le previsioni europee vedono il Paese in recessione anche nel 2016 ribassando le stime di crescita dal +2,9% al -1,3%.

 

EUROPA (NON EURO)

GRAN BRETAGNA: in rialzo la fiducia delle imprese manifatturiere nel Regno Unito con il dato che ad ottobre si colloca a 55,5 dai 51,8 di settembre.

La produzione industriale scende a settembre del -0,2%, mese su mese e del -1,1% sull’anno precedente, rispetto ad una previsione di crescita del +0,9% e del +1,8%.

 

NORD AMERICA

STATI UNITI: Goldman Sachs abbassa le stime di crescita del Pil del terzo trimestre dal +1,5% al +1,4%, in seguito al debole dato degli ordini industriali e ad inventari più deboli del previsto.

  • Nuove buste paga crescono ad ottobre di 271,000 unità. Il tasso di disoccupazione scende al 5%, mentre quello più completo al 9,8%, scendendo per la prima sotto il 10% dal maggio 2008.
  • Produttività non industriale cresce del 1.6% sull’anno precedente nel terzo trimestre, in ribasso rispetto al 3,3% del precedente trimestre.
  • Il numero degli Americani che non sono nel mercato del lavoro rimane assai elevato a 94,5 milioni, massimo storico.
  • L’indice ISM non-manifatturiero cresce in misura significativa ad ottobre a 59.1 dai 56.9 di settembre.
  • L’indice ISM manifatturiero a 50.1 ad ottobre dai 50.2 del mese di settembre evidenziando lo stallo del settore.

TRIMESTRALI USA: Facebook regista ricavi ed utili in crescita, ed un sensibile aumento degli utilizzatori del social network a 1,55 miliardi di cui 1,05 miliardi giornalieri.

 

ASIA e OCEANIA

Storica stretta di mano a Singapore tra il presidente della Cina Popolare Xi Jinping  e la sua controparte di Taiwan Ma Ying-jeou durante un summit: è la prima volta che accade in settant’anni tra le due Cine, da sempre in conflitto. Prima del vertice ci sono state manifestazioni di protesta a Taipei.

In Birmania per la prima volta in 25 anni si svolgono libere elezioni. Il partito all’opposizione del Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi è in predicato per la vittoria.

GIAPPONE: Toyota taglia le stime di vendita per l’intero dell’anno del -1%, a causa delle debolezza delle economie asiatiche, malgrado l’aiuto ricevuto dalla debolezza dello yen.

CINA: prezzi al consumo crescono del 1,6% a settembre sull’anno precedente, in calo rispetto al 2% di agosto. Prezzi alla produzione crollano, invece, del -5,9%, per il secondo mese consecutivo.

INDIA: la produzione industriale rimbalza del 6.4% a settembre rispetto ad agosto quando salì del 4,2% sul mese di luglio.

HONG KONG: Pil cresce dello 0,4% nel secondo trimestre, in calo rispetto alla crescita del +0,7% nel primo.

INDONESIA: Pil invariato al +4.7% di crescita nel terzo trimestre sull’anno precedente, la terza lettura consecutiva al di sotto del 5%, a causa della caduta delle materie prime, del rallentamento cinese e del calo degli investimenti nel Paese.

MALESIA: Pil cresce del +4.9% nel secondo trimestre sull’anno precedente, rispetto ad una crescita annua del +5,6% nel primo.

COREA: prezzi al consumo crescono ad ottobre dello 0,9% sull’anno precedente (precedente +0,6%, stima +0,7%)

MATERIE PRIME: petrolio ancora in forte altalena con quotazioni che riprendono a scendere e raggiungono i 44,5 dollari al barile. Oro in pesante calo sotto quota $1.090 rispetto ai $1.140 della scorsa settimana.

BANCHE: Standard Chartered Plc taglierà il 17% della forza lavoro (15.000 persone) entro il 2018, nel tentativo di riprendere a crescere. Titoli crollano dopo la presentazione della notizia.

VALUTE: dollaro/euro sale fino a 1.074, massimo da sette mesi. Il biglietto verde schiaccia anche lo yen oltre quota 123 dai 121 della settimana precedente.

SINTESI: le prime quattro economie mondiali rimangono sempre molto fragili ad eccezione degli Stati Uniti che mantengono una crescita stabile, anche se piuttosto debole. Washington

evidenzia un calo della crescita, bilanciato da un rafforzamento del mercato del lavoro, dei servizi, e del mercato immobiliare. In Europa, l’attività industriale tedesca sta mostrando segnali di rallentamento, in seguito anche allo scandalo di Volkswagen, ancora non del tutto digerito.

La normalizzazione della politica monetaria – a lungo rimandata per il timore di danneggiare la sostenibilità della ripresa dei mercati emergenti, colpiti dalla svalutazione monetaria e dal calo delle materie prime – metterà in discussione la sostenibilità del rialzo e la tenuta dei mercati finanziari, molto sensibili negli ultimi sette anni all’andamento della politica monetaria americana ultra espansivo. Senza liquidità, il mercato perderà la sua rete di protezione e con il calo degli utili aziendali e della crescita economica la direzione potrà solo essere verso una decisa correzione delle quotazioni, a lungo rimandata grazie alla continua manipolazione da parte delle Banche Centrali mondiali.

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