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Pinguinoeconomico

SETTIMANA 3 – 9 MARZO 2014

I mercati azionari americani continuano a macinare nuovi record. La crisi Ucraina peggiora con la decisione russa di annettersi la Crimea, attraverso un referendum che si svolgerà il 16 marzo. Europa e Stati Uniti abbaiano e minacciano sanzioni, ma hanno scarso margine di manovra.

MERCATI FINANZIARI: ancora un record storico per l’indice S&P500 che archivia ogni brutta notizia macroeconomica, bollandola come causa del maltempo. Nuovo massimo dell’anno per la Borsa di Milano, mentre Francoforte perde il -3,5% a causa dei non brillanti risultati e delle prospettive di Adidas e Volkswagen. Dopo la pesante seduta di lunedì a seguito della invasione russa della Crimea, i mercati hanno festeggiato la mancanza della guerra come un ottimo risultato ed hanno recuperato tutta la discesa delle due sedute successive. Sul fronte obbligazionario, invece, prosegue ancora il restringimento degli spreads con rendimento del decennale di Spagna ed Italia che sia abbassa fino al 3,38%. La liquidità creata dalle banche centrali consente agli investitori esteri di continuare ad acquistare i rendimenti più elevati, malgrado il livello di rischio sia sempre elevato. La Borsa di Tokyo ritorna sopra i 15.000 punti.

Il petrolio supera i $103 al picco della crisi ucraina e poi ritraccia poco sopra i $101.

MERCATI EMERGENTI: prosegue la fuga di capitali con altri $3mld usciti la scorsa settimana che portano il bilancio da inizio anno a -$28 miliardi.

TURCHIA: la persistente debolezza della lira turca sta incidendo in misura sempre più significativa sulla crescita economica del Paese. Le contestazioni di piazza proseguono ma vengono represse.

UCRAINA:  la Russia finge di cedere alle minacce europee ed americane, ma in realtà non mollerà mai la Crimea. L’Europa e gli USA protestano, ma la situazione rimane molto tesa. La minaccia di sanzioni contro le attività economiche russe è un’arma a doppio taglio che dovrà essere attentamente valutata. Gli Stati Uniti hanno approvato un pacchetto di $1 miliardi da prestare all’Ucraina, mentre l’Europa ci sta ancora pensando visto che le richieste di aiuti si aggirano su alcune decine di miliardi di euro che il vecchio continente non può sostenere. Le restrizioni sui prelievi dai depositi bancari sono state estese anche ad altre banche straniere e la situazione economica si indebolirà ulteriormente.

RUSSIA:  Borsa e rublo collassano ad inizio settimana. La prima si riprende in parte nei giorni successivi, ma non la valuta che continua a registrare nuovi minimi storici contro euro e dollaro. Per difendere la divisa la banca centrale ha alzato il tasso di sconto dal 5,5% al 7%. Putin minaccia inoltre ritorsioni nel caso venissero applicate le sanzioni economiche contro la Russia.

VENEZUELA: 18 morti e 970 arresti è il bilancio degli scontri e repressioni da inizio anno nelle manifestazioni anti-governative. La paralisi del Paese è progressiva e totale. Anche le relazioni con gli Stati vicini si deteriorano. La scorsa settimana sono stati chiusi i rapporti con lo stato confinante di Panama.

EUROPA: Vendite al dettaglio crescono a gennaio del +1,3% su anno ben al di sopra delle stime del -0,2%. I prezzi al consumo scendono del -1,4% su anno rispetto al -0,8% di dicembre ed alla stima del -1,3%. La deflazione incalza implacabile e Draghi nella riunione della BCE è rimasto fermo, pur minacciando misure drastiche (il solito QE ?), nel caso la situazione si debba incancrenire. La ripresa è debole è modesta, malgrado qualche barlume più consistente in alcuni Paesi.

L’indice manifatturiero PMI scende a febbraio a 53,2 dai 54 di gennaio, con il dato tedesco in calo, ma ancora sopra la soglia della crescita (50 punti). Quello francese migliora, invece, ma rimane ancora in contrazione.

FRANCIA: Vendite auto a febbraio -1,4%.

GERMANIA:  Vendite auto febbraio +4% su anno precedente.

ITALIA: Vendite auto +8,9% a febbraio. Il rimbalzo però deve tenere conto del crollo del precedente anno, quando il mercato perse nello stesse mese il -17%. Dopo il rimbalzo di gennaio del +4,9%, che segue il più tenue +1,4% di dicembre è ancora prematuro parlare di ripresa strutturale del settore.

SPAGNA: vendite auto febbraio +18%, per la presenza dell’ultimo mese di incentivi governativi.

USA: indice manifatturiero acquisti a 56,7, massimo da maggio 2010. Indice ISM industria a 53,2 a febbraio da 52 a gennaio. Redditi personali crescono solo del +0,7% nel 2013, in ribasso dal +2% del 2012, mentre le spese personali sono cresciute del +2%, contro il +2,2% dell’anno precedente.

Vendite auto in calo a febbraio: GM -7,7% sull’anno precedente e Ford -6,1%, Volkswagen -13.8%. L’inventario di vetture GM presso i concessionari è salito a febbraio a 805.769, in crescita rispetto agli 780.140 di gennaio, livello più elevato dalla bancarotta della società nel 2009.

L’indice dei servizi scende a 51,6 al livello più basso da febbraio 2010 e ben al di sotto del previsto 53,5. Il sotto indice sull’occupazione crolla invece da 56,4 a 47,5, il maggior calo dal fallimento della banca Lehman Brothers.

ism servizi

 

GIAPPONE: crescono i salari per la prima volta dopo 22 mesi a gennaio, ma solo quelli dei lavoratori part-time.

CINA: indice manifatturiero PMI scende a febbraio a 48,5 da 49,5, mentre quello dei servizi sale a 55 da 53,4. Venerdì 7 c’è stato il primo default nella storia del Paese su una obbligazione aziendale per $ 14,7 milioni. Non sarà certo il primo, in quanto la banca centrale vuole ridurre i rischi finanziari degli speculatori nel Paese.

VALUTE: l’inattività della BCE nel combattere la deflazione, ha provocato l’ulteriore rafforzamento dell’euro che si è avvicinato a 1,39. Lo Yen si rafforza ad inizio settimana fino a 101,3 ma poi si indebolisce oltre i 103, alimentando il solito carry trade che permette continui record sul mercato azionario.

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