Wednesday 24th April 2024,
Pinguinoeconomico

LA CAMPANA DELL’ULTIMO GIRO…

Vacillano i mercati finanziari dopo anni di incrollabile fiducia in sé stessi, nella possibilità di sfidare la forza di gravità della ascesa senza sosta degli indici azionari, e nella capacità delle Banche Centrali di sostenere questa perenne salita che dura ormai da oltre sei anni.

Non si tratta, tuttavia, del crollo di alcuni mercati azionari, come quello cinese, ma anche di altre attività finanziarie che sono aumentate di prezzo e, di conseguenza di valore, troppo velocemente e a causa di condizioni esterne favorevoli e temporanee, ma che sono invece diventate ormai definitive: i tassi a zero (ZIRP) ed il quantitative easing  (QE), politiche monetarie diaboliche ed ultra espansive messe in campo dalle Banche Centrali nel tentativo, già fallito, di rilanciare la crescita economica.

La realtà è, invece, molto diversa e tutti i nodi stanno venendo al pettine. Già da alcuni anni ci siamo sentiti ripetere, dalle stesse sirene in conflitto di interessi, che le economie erano in ripresa e che le manovre adottate erano corrette e soprattutto valide.

Analisti, banchieri e politici hanno, volutamente, nascosto i costi impliciti dell’utilizzo sfrenato di politiche monetarie non convenzionali che sembrano ormai diventate sempre più strutturali e non temporanee.

Dopo anni di dibattiti, i risultati sono ormai evidenti e non si possono più nascondere. Finchè le bolle si formavano e c’era solo qualche pazzo che gridava al lupo,  veniva periodicamente sbeffeggiato dai continui rialzi di tutte le attività finanziarie. Ora le bolle stanno iniziando a scoppiare e temporali minacciosi si stanno addensando sul futuro andamento dei mercati finanziari, ma anche sulla stabilità dello stesso sistema finanziario, drogato da quasi un decennio di tassi a zero, che hanno alimentato altre operazioni speculative ad alto rischio e assunzione di nuovi debiti.

Non è infatti solo la Grecia, la Cina o la meno conosciuta Portorico a far tremare il sonno agli investitori ed ai grandi manovratori (banchieri) del pianeta, ma anche la ventilata e più volte rimandata ipotesi di un rialzo dei tassi americani, in ribasso dal 2006 e fermi a zero dal 2009.

Dopo anni di toro, l’orso è tornato a spaventare i mercati ed ovviamente in modo minaccioso.

La Grecia è nel profondo baratro, avendo imposto il controllo dei capitali, ed è già in bancarotta. Ora, rimane solo il dettaglio non indifferente sulla sua futura permanenza nell’euro, sempre più improbabile.

La Cina è in una bolla speculativa da quasi un lustro. Dopo la crisi del 2008, i debiti sono esplosi e la crescita è stata finanziata con $15 trilioni, utilizzati in gran parte per edificare altre opere pubbliche e residenziali, ormai ridondanti.  Dall’anno scorso i valori immobiliari hanno iniziato a calare, per la prima volta in misura anche sensibile. Gli investitori, spaventati da questo scenario aggiunto al precedente crollo dei prezzi delle materie prime, si sono rivolti al mercato azionario. Risultato: +130% in 10 mesi, alimentato anche dal Governo centrale, che aveva interesse a distrarre l’attenzione dal continuo erodersi dalla crescita economica e dal crescere delle sofferenze bancarie note e nascoste, quelle delle banche fantasma (shadow banking) sempre più diffuse nel sistema economico sommerso.

Tuttavia, Cina e Giappone sono solo la punta dell’iceberg. La gigantesca bolla finanziaria ideata e messa a punto dalle Banche Centrali negli anni passati è arrivata al capolinea e si sta squagliando come neve sotto il sole d’estate.

Non dimentichiamoci infatti che la madre di tutte le bolle è quella obbligazionaria. $55 trilioni di nuovi obbligazioni (debiti) sono state emesse dal 2008 in avanti e le quotazioni sono in ascesa dal 1980. Una bolla gigantesca che dura da ben 35 anni, senza alcuna pausa, ed infiammata nell’ultimo lustro da ettolitri di benzina rovesciati sul mercato dalle Banche Centrali. Azzerati i rendimenti dei bond governativi, ritenuti quelli più sicuri, gli investitori “sono stati costretti” a dirottare la liquidità verso le società che hanno emesso carta con rating più bassi ed anche sui debiti ad alto rendimento. (high yield).

Ora si inizia a tremare, ma alla prima mezza notizia positiva di un salvataggio della Grecia o di un rimbalzo del mercato azionario cinese torna l’euforia sui mercati.

Pechino tuttavia sta facendo l’impossibile per evitare il panico ed ha abolito le vendite allo scoperto, obbligato i fondi pensioni ad investire fino a $19 miliardi per sostenere le quotazioni e vietato ai grandi investitori di vendere per sei mesi..!! Infine interviene direttamente sul mercato comprando azioni, come già fa la Banca Centrale del Giappone da diversi mesi.

Questa distorsione delle regole del mercato (gli indici devono solo salire, ma non possono scendere) è tragicamente pericolosa.

Come stiamo assistendo, infatti, il boomerang sta tornando indietro e l’effetto tsunami sarà devastante perché la situazione è già fuori controllo.

Chi pensa che, anche questa volta, le Banche Centrali riusciranno a tamponare l’emorragia vive di sogni. I mercati presentano sempre il conto, tutto insieme e molto salato ed a nulla servirà l’ennesimo intervento di governi o Banche Centrali.

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