Friday 19th April 2024,
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L’INCREDIBILE FOLLIA DEI CONSUMI AMERICANI

Il weekend appena concluso, l’ultimo del mese di novembre, è il più trasgressivo per i consumatori americani, afflitti dal maggiore attacco di shopping di tutto l’anno. Quello che era conosciuto come un’unica giornata di acquisti, il venerdì successivo al Thanksgiving, è diventato, per ragioni consumistiche, un lungo weekend di acquisti che inizia, già da qualche anno, nel tardo pomeriggio della festività di giovedì per concludersi il lunedì con il Cyber Monday, giorno nel quale vengono contabilizzati solo gli acquisti online.

Il giorno del Ringraziamento è pertanto noto, anche a noi europei, più per l’impatto commerciale sull’economia americana che per il consumo dei tacchini, durante la celebrazione festiva. Gran parte degli Stati Uniti si ferma per quattro giorni ed il venerdì successivo alla festività è il famoso Black Friday.

Nel 1939, l’allora Presidente Franklin D. Roosevelt cedette alle richieste di diverse catene della grande distribuzione per anticipare la festività di una settimana, in quanto troppo vicina al Natale. Da allora, il Black Friday rappresenta l’inizio della stagione degli acquisti natalizi ed è considerato anche il barometro dello stato di salute dell’economia domestica, sempre molto dipendente dai consumi interni.

In realtà, negli ultimi anni la situazione è cambiata, anche significativamente. Innanzitutto l’e-commerce ha spostato una parte dei consumi dai negozi tradizionali all’online. Successivamente, in seguito all’ultima recessione, molte insegne hanno iniziato da alcuni anni ad aprire i punti vendita già dal giovedì stesso, anticipando sempre di più l’orario di accesso. Da ultimo, la percentuale di sconti è significativamente cresciuta in questo periodo dell’anno e molti acquisti vengono pertanto anticipati dal consumatore già in ottica natalizia.

Questo cambiamento nella modalità dei consumi rende pertanto difficile una valutazione omogenea della variazione/crescita degli stessi, rispetto agli anni precedenti. Oltre all’anticipo sempre più frequente degli acquisti nella giornata precedente, quella del Thanksgiving, il Black Friday non include gli acquisti online di prodotti tecnologici eseguiti il lunedì successivo, noto come il Cyber Monday, ed in sensibile aumento ogni anno.

Gli analisti hanno trascorso questa settimana ad interpretare i numeri del lungo weekend di shopping. Alcuni si sono spinti anche oltre, sostenendo che il risultato non così brillante possa far desistere la Federal Reserve dall’alzare i tassi di interesse nella riunione del board tra pochi giorni. Follie americane, ma ben note ed alle quali siamo ormai abituati.

In sintesi le vendite delle catene della distribuzione durante il Black Friday hanno raggiunto i 51 miliardi di dollari, in calo rispetto al picco di 60 miliardi del 2012. Al contrario, le vendite online sono aumentate in doppia cifra percentuale, ma non sufficienti a compensare il calo di 1,2 miliardi di dollari – il 10% – rispetto allo scorso anno dei negozi tradizionali e hanno cancellato tutte le previsioni che stimavano rialzi intorno ai 3-4 punti percentuali.

BLACK FRIDAY - 2

Non c’è pertanto da stupirsi del risultato negativo evidenziato, in quanto, sempre nell’ultimo mese, anche l’indice di fiducia dei consumatori è sensibilmente calato.

Il dato è stato ovviamente ignorato dai mercati azionari, che hanno proseguito nel loro percorso di rialzo deragliato al momento solo dalle decisioni di politica monetaria meno espansive da parte delle due principali Banche Centrali mondiali, la Federal Reserve e la Bce. Si tratta, tuttavia, dell’ennesima conferma che il consumatore americano comincia ad essere appesantito dai debiti e inizia a ridurre la capacità di spesa, in presenza di redditi costanti od in calo o incrementa invece i risparmi.

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