Thursday 28th March 2024,
Pinguinoeconomico

BREXIT – UN POSSIBILE CIGNO NERO

La scorsa settimana la preoccupazione per una possibile vittoria del partito favorevole all’uscita dall’Unione Europea ha tenuto in scacco i mercati azionari mondiali, fino al tragico omicidio della parlamentare britannica che ha cambiato lo scenario, spostando di nuovo la palla nel campo di coloro che non vogliono alterare lo “status quo”, temendo la fine del mondo in caso di vittoria degli indipendentisti.

Il dibattito si è intensificato nelle ultime settimane, ma il timore di una futura uscita ha innervosito gli investitori, che hanno preferito alleggerire le posizioni più rischiose, in particolare in Asia ed Europa.

Dalla fine della crisi finanziaria, gli investitori sono sempre rimasti in grande allerta in attesa del prossimo cigno nero, sempre molto difficile da prevedere. Alcuni lo hanno immedesimato nell’evento Brexit, esasperando le conseguenze di un evento economico limitato e diluito nel tempo.

Qualora la Gran Bretagna dovesse uscire dalla UE, ci sarà una reazione decisamente negativa dei mercati nei giorni successivi, ma che potrebbe presto svanire. Il nervosismo attuale di molti mercati azionari mondiali è frutto principalmente del malessere strutturale di molte economie e del recupero eccessivo di molti indici, rispetto ai fondamentali.

Il problema non riguarda, infatti, l’uscita ma i tempi su come negoziarla.

Il voto referendario sull’uscita dall’Unione Europea è diventato un evento populista non diverso da quello presente in diversi Paesi europei ed anche negli Stati Uniti, nazione nella quale sono cresciuti due candidati, quali Trump e Sanders, in grado di trascinare il malcontento dilagante.

David Cameron e l’establishment economico vogliono mantenere la situazione esistente ed hanno minacciato la popolazione sui rischi di una eventuale uscita dall’Europa.

BREXIT - 2

La litania del primo ministro è stata sostenuta da una parata di leader mondiali, economisti e celebrità che hanno buttato altra benzina sul fuoco, dichiarando che l’uscita britannica sarebbe paragonabile alla fine del mondo.

E’ l’uomo della strada, invece, che fronteggia le frustrazioni quotidiane interne e di Bruxelles, che desidera invece uscire.

Tuttavia anche dopo il divorzio, la vita proseguirà. Innanzitutto ci vorrà del tempo, se non degli anni, per la Gran Bretagna per sciogliere tutti i legami con l’Europa, facilitando una moderata transizione.

 

L’assassinio di Jo Cox

La tragica morte della parlamentare britannica ha scosso le coscienze in entrambi gli schieramenti, determinando anche la sospensione della campagna referendaria per un paio di giorni e la speranza dell’annullamento della contesa elettorale.

 

Le implicazioni per l’Europa

L’Europa è già sopravvissuta ad altre crisi, seppur a fatica, e metterà in pista tutte le contro misure possibili per scongiurare una nuova crisi finanziaria. Tuttavia, la crisi migratoria, le ripetute crisi del debito greco e la scarsa solidità del sistema bancario hanno lasciato molti sostenitori europei disillusi. Lo stesso ragionamento vale anche per la moneta unica che non funziona senza un unico governo.

 

Cosa succederà dopo il voto?

Il mercato dei cambi sarà il primo a reagire con una probabile rivalutazione del pound britannico nel caso più probabile della vittoria dei “Remain”.

Nel caso opposto, Goldman Sachs prevede un indebolimento della sterlina del 11% rispetto al biglietto verde e del 4% nei confronti dell’euro. In questo scenario, alcuni analisti prevedono uno scenario catastrofico superiore a quello del post Lehman Brothers, una preoccupazione forse un po’  eccessiva, ma comprensibile visto che le più penalizzate saranno proprio le principali banche d’affari statunitensi, molto esposte nella City.

Ricordiamoci, tuttavia, che la vita prosegue anche dopo un divorzio…

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