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Pinguinoeconomico

NEWSLETTER (7 -13 SETTEMBRE 2015)

Un’altra settimana di rimbalzo con i mercati azionari che, in generale, mettono a segno la miglior cinquina nelle ultime otto settimane.

L’attesa diventa spasmodica per la riunione della Fed che, a metà della prossima settimana, deciderà se alzare i tassi di interesse per la prima volta in 10 anni. Difficile che lo faccia, in quanto la situazione macroeconomica mondiale si è molto deteriorata negli ultimi mesi ed anche i recenti dati americani sui prezzi dell’importazione, in calo da 11 mesi, confermano che non c’è traccia di inflazione nell’economia a stelle e strisce.

MERCATI FINANZIARI: Tokyo balza del +8% a metà settimana, maggior incremento da fine 2008, sull’ennesima falsa aspettativa di nuovi stimoli da parte delle autorità cinesi a sostegno del mercato. Poi ritraccia parte del guadagno, ma recupera comunque sensibilmente rispetto al tonfo del -6,8% della scorsa settimana.

Chiusura con tonfo per i metalli preziosi che vengono castigati nell’ultima seduta, indistintamente sia oro che l’argento.

MERCATI EMERGENTI

Valute emergenti ancora sui minimi degli ultimi anni, in calo nelle 10 delle ultime 11 settimane con real brasiliano, lira turca e rupia indonesiana in forte difficoltà. Sembra un “déjà vu” del 1998 quando seguì la grave crisi asiatica.

NEWS 7 -13 SETTEMBRE 2015 - VALUTE EMERGENTI

BRASILE: peggiora l’outlook dell’economia carioca con crescita rivista al ribasso per l’ottava settimana.

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Il Pil è stato rivisto al ribasso al -2,44% dal -2,2% della scorsa settimana per il 2015 e dal +0,5% al +0,4% per il 2016.

Riprende a deteriorarsi la crisi del colosso petrolifero Petrobas. Il persistente calo del petrolio ha già fatto deragliare il piano di ristrutturazione, ormai insufficiente. Continuano a scendere i prezzi delle obbligazioni in dollari e la società sarà costretta a tagliare altri investimenti e personale.

INDONESIA: rupia ai minimi dalla crisi asiatica contro dollaro quando il Paese fu salvato dal Fondo Monetario Internazionale con un debito estero che cresce a $304 miliardi di dollari, quasi tre volte le riserve internazionali ($105 milioni). La svalutazione della moneta, pari al 13% da inizio anno, sta creando notevoli difficoltà alle società indebitate in dollari che vedono il loro debito ed il costo del finanziamento aumentare in modo significativo.

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Tuttavia il Paese sembra meno esposto rispetto alla crisi del ’98 per la minore presenza di bolle su assets finanziari, anche se potrebbe essere oggetto di una fuga di capitali significativa.

RUSSIA: Putin alza la tensione inviando truppe in Siria in difesa di Assad, provocando le reazioni americane.

 

EUROPA (AREA EURO)

Pil rivisto al rialzo al +0,4% nel secondo trimestre, rispetto al +0,3% precedente, grazie alla maggiore crescita dell’Italia (da +0,2% a +0,3%). Su base annua, l’aumento è stato +1,5%, mentre la Francia rimane invece fonte di preoccupazioni per la crescita piatta.

Cala, invece, l’indice di fiducia dei consumatori a settembre da +13.6 a -2.

GERMANIA: prosegue inarrestabile l’ascesa del surplus della bilancia commerciale che ha raggiunto un nuovo massimo storico a 22.8 miliardi.

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ITALIA: ripartono i consumi, a luglio +2,1%, rispetto allo scorso mese. Secondo Confcommercio è il top dal 2010. L’aumento congiunturale, rispetto al giugno 2015, è stato dello +0,4%. L’incremento è sostenuto in larga parte da un nuovo ciclo di acquisti di beni durevoli.

GRECIA: il grafico evidenzia un confronto impietoso tra il debito pubblico, sempre molto elevato, ed il crollo del Pil. Con una crescita così bassa il peso del debito è insostenibile nei prossimi anni e dovrà, per forza, essere rinegoziato.

NEWS 7 -13 SETTEMBRE 2015 - GRECIA.png

EUROPA (NON EURO)

GRAN BRETAGNA: segnali di crisi, o perlomeno di rallentamento, anche da una delle più solide economie europee con le esportazioni che calano del -9,2% a luglio, la peggior discesa in nove anni, portando con sé anche il calo della produzione industriale, la prima in due anni.

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NORD AMERICA

STATI UNITI: fiducia dei consumatori crolla inaspettatamente a settembre scendendo a 85.7, rispetto ai 91.9 di agosto ed ai 91.1 previsti.

NEWS 7 -13 SETTEMBRE 2015 - US MICHIGAN CONFIDENCE.png.jpg.png

La percentuale di proprietari immobiliari scende al nuovo minimo storico del 63,4% alla fine del primo semestre.

US HOMEOWNERSHIP RATE - SEPT 2015US HOMEOWNERSHIP RATE - SEPT 2015Ancora un dato alquanto recessivo uscito in settimana con la crescita del rapporto inventari/vendite ai livelli della precedente Grande Recessione e stabile già da alcuni mesi.

news 7 - 13 luglio - US INVENTORIES TO SALES .png

 

ASIA e OCEANIA

GIAPPONE: Pil del secondo trimestre rivisto a -1.2%. Sebbene la contrazione sia inferiore al primo dato (-1,6%), si tratta della prima caduta negli ultimi tre anni. Tutte le componenti arretrano pericolosamente dalle esportazioni agli investimenti privati.

La Abenomics è in evidente difficoltà ed il Giappone rischia una crisi senza fine in balia di una folle politica monetaria che sta strangolando l’economia, ma che rischia presto di provocare una crisi di fiducia verso il Paese con un conseguente innalzamento dei tassi di interesse e gravi conseguenze per il sistema finanziario.

CINA: I prezzi alla produzione cadono al minimo da sei anni (grafico) e confermano che la Cina sta esportando la deflazione in tutto il mondo:.- 5,9% ad agosto in calo per il 42esimo mese consecutivo.

Due le cause: il crollo della domanda mondiale e una disastrosa politica industriale che contempla aziende inefficienti con evidenti duplicazioni.

NEWS 7 -13 SETTEMBRE 2015 - CHINA PPI - DEFLATION.png.jpg

Ancora deludenti i dati sul commercio estero con le esportazioni che calano del -6.1%, rispetto allo scorso anno, ad agosto, ma ancora peggio le importazioni che registrano una caduta del -14.3%.

Nel tentare di apprezzare il valore dello yuan dopo la serie di svalutazioni iniziata lo scorso 11 agosto, la Cina ha visto crollare le riserve valutarie straniere di un ammontare equivalente a $93 miliardi, lo scorso mese per difendere il cambio. Si tratta di una flessione record su base mensile, provocata anche dal disperato tentativo delle autorità di arginare la fuga di capitali. Alla fine di agosto le riserve valutarie straniere si sono attestate a $3.560 miliardi.

NUOVA ZELANDA: il taglio dei tassi della Banca Centrale dal 3% al 2,75% spiazza il dollaro neozelandese che perde il -2%, dopo l’annuncio, verso le principali divise.

MATERIE PRIME: petrolio stabile in settimana con qualche sensibile oscillazioni sulle indiscrezioni di una riunione Opec straordinaria, bocciata dall’Arabia Saudita. Prezzo che si ferma in chiusura di ottava, proprio sotto i $45.

Oro debole nel finale, come già indicato, con chiusura a $1.106. Più sensibile, invece, il crollo dell’argento.

BANCHE: la percentuale delle sofferenze nelle banche greche raggiunge il 45% nei primi otto mesi dell’anno. Ad agosto, per quanto in leggera contrazione, rimane ancora
ad un livello elevatissimo.

VALUTE: debolezza del dollaro e recupero dell’euro oltre 1,13. Si indebolisce anche lo yen che continua a resistere a quota 119 contro dollaro. Il nuovo scivolamento a 120,5 consente il carry trade che sostiene i mercati azionari ed il loro temporaneo rimbalzo.

SINTESI: come previsto i mercati azionari rimbalzano nella settimana corta americana per la festività del labour day. Siamo nella famosa settimana della Fed. Che cosa ci dobbiamo aspettare? Credo nulla. L’economia americana zoppica in un contesto mondiale molto peggiorato con molti Paesi emergenti in forte stress, valutario e creditizio. Non mi aspetto quindi il tanto sbandierato e rimandato aumento dei tassi perché le economie mondiali sono ormai assuefatte ai tassi a zero ed al credito facile. Anche organismi internazionali (Banca Mondiale) e diversi Paesi con la Cina in testa hanno chiesto alla Fed di rimandare la decisione. L’ennesima presa in giro quando i mercati finanziari hanno già percepito che molte economie sono a rischio crollo e gli investitori stanno velocemente disinvestendo i capitali.

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