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Pinguinoeconomico

NEWSLETTER (SETTIMANA 25 – 31 MAGGIO 2015)

La crescita mondiale nei paesi sviluppati è diminuita per il secondo trimestre consecutivo ad inizio 2015, secondo un rapporto dell’OECD (Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo).

La Grecia ha esplicitamente dichiarato che non pagherà la tranche di debito al Fmi in scadenza il 5 giugno ed anche le successive, qualora non si raggiunga un accordo in tempo con i creditori, sempre annunciato ma ancora molto lontano.

Nel frattempo, la Presidente del FMI, la sig.ra Lagarde, ha comunicato che l’uscita della Grecia dall’euro è una eventualità sempre meno rara.

Continua pertanto a piovere in ogni area del pianeta, ma i mercati azionari non si scompongono ed alcuni di questi registrano nuovi record. Il vecchio adagio “sell in may and go away” anche quest’anno non ha funzionato, ma solo grazie all’invasivo intervento delle Banche Centrali.

MERCATI FINANZIARI: indici azionari sempre vicini ai nuovi massimi, mentre alcuni segni di forte realizzo si sono visti in Cina, dopo i parabolici rialzi degli ultimi 10 mesi.

news 25 - 31 maggio 2015 - SHANGHAI

Stabile, invece, il mercato obbligazionario, con rendimenti invariati malgrado il default di un grosso gruppo cinese nel settore dell’alluminio e le notizie sempre inquietanti sul fronte greco.

MERCATI EMERGENTI.

VENEZUELA: il Paese è sempre più immerso nella grave crisi economica, alimentata dal crollo imprevisto del prezzo del greggio ma anche da una politica economica-sociale che ha ridotto la nazione con le maggiori riserve petrolifere mondiali alla fame. Nel precedente weekend, il bolivar – la moneta nazionale – è crollata del -25% al mercato nero a 423 contro dollaro. Tale valore è 66 volte quello del mercato ufficiale. 100 bolivar valgono ora un quarto di dollaro. La repentina svalutazione è causata dalla massiccia ricerca di dollari come unico bene rifugio. Auto da comprare non ce ne sono e le case hanno prezzi inavvicinabili per la maggioranza della popolazione indigente.

La divisa si è svalutato nell’ultimo anno del -80% sul mercato nero, l’inflazione a dicembre è stata fissata al 69% annuo e le riserve valutarie sono precipitate ai minimi da dodici anni a $17.7 miliardi lo scorso 21 maggio.

INDIA: un’ondata di caldo torrido con temperature intorno ai 50 gradi ha già provocato oltre mille morti nel Paese.

RUSSIA/UCRAINA: sembra che i primi abbiano ammassato nuove truppe e armamenti pesanti sul confine ucraino, mentre i secondi vorrebbero imporre la legge marziale nel Paese. Sono entrambi segnali che la tregua nel Donbass, la regione orientale dell’Ucraina è sempre molto a rischio.

EUROPA (AREA EURO)

Settimana con scarsi dati macroeconomici, concentrata sull’evoluzione del problema greco.

SLOVENIA: prezzi al consumo scendono a maggio del -0,8% su base annua, rispetto al -0,7% di aprile.

ITALIA: Secondo la stima preliminare, a maggio 2015 l’inflazione risale a +0,2% (era -0,1% ad aprile)

SPAGNA: il partito popolare al governo perde la maggioranza in oltre 500 comuni. Il largo consenso ricevuto da Podemos (ultrasinistra) e Ciudadanos (centro destra), due movimenti che si sono recentemente affermati e che hanno anche alcuni temi in comune, mette a rischio la governabilità del Paese, non solo ora in molte amministrazioni, ma in particolare alle prossime elezioni politiche di novembre dove l’eterno bipartitismo iberico, tra popolari e socialisti, sembra ormai alla fine.

L’istituto nazionale di statistica ha confermato oggi che il PIL della Spagna è cresciuto nel primo trimestre del 2015 del +0,9%. Si tratta della più forte crescita dalla fine del 2007. Negli ultimi tre mesi del 2014 l’economia spagnola era cresciuta del +0,7%. Su base annua l’economia spagnola è cresciuta nel primo trimestre del +2,7%.

Le spese da parte delle famiglie sono rallentate nel primo trimestre a +0,7%, da +0,9% del trimestre precedente. Le spese del governo sono salite del +1,6% dopo il -1% registrato nell’ultimo trimestre del 2014. Gli investimenti sono aumentati del +1,3%. Le esportazioni e le importazioni sono cresciute rispettivamente del +1% e del +0,8%.

Undicesimo mese consecutivo di deflazione con l’indice dei prezzi al consumo che a maggio cala del -0,2%, rispetto al -0,6% di aprile ed a una previsione del -0,5%.

GRECIA: il governo ha dichiarato che senza un accordo con i creditori non pagherà la tranche di debito al FMI il 5 giugno, riuscendo a malapena a pagare pensioni e stipendi a fine mese.

Pil primo trimestre a -0,2% sul trimestre precedente, investimenti -7,5%, export -0,6% ed import -0,7%.

Prestiti a privati ed imprese ancora in calo del -2,4% ad aprile. Fuga in massa dai depositi bancari, al minimo da 11 anni.

EUROPA (non euro)

GRAN BRETAGNA: La seconda stima del PIL Inglese è stata inferiore alle attese di mercato, sia per variazione trimestrale, che annuale ed ha leggermente indebolito la sterlina.

SVIZZERA: a sorpresa l’economia si contrae nel primo trimestre. Pil rivisto al ribasso al -0,2%, rispetto al precedente trimestre del +0,5%. La discesa è causata dalla rivalutazione del franco a seguito della decisione della Banca Centrale di mollare la parità contro euro a 1,20. La manovra ha provocato una rivalutazione della divisa del +15% con grosso danno per le esportazioni e per il turismo.

SVEZIA: Pil primo trimestre a +0,4%, rispetto ad una stima del +0,6% ed a un tasso annualizzato del +2,9%. La Banca Centrale persevera nel suo tentativo di creare inflazione con tassi negativi al -0,25%, attuando il programma di riacquisto di titoli governativi (QE) come stabilito.

Questa politica ha indebolito la corona svedese che ha perso quest’anno il -4% rispetto ad un paniere di valute forti, ma potrebbe avvantaggiare le esportazioni.

 

NORD AMERICA

CANADA: Crescita negativa nel primo trimestre al -0,6%, rispetto al +0,3% previsto. E’ il peggior risultato dal 2009.

news 25 - 31 maggio 2015 - CANADA GDPI

STATI UNITI: come previsto, prima revisione del Pil negativa al -0,7% dal +0,2% precedente. Le scuse sono sempre le solite (maltempo e sciopero del porto di Los Angeles) per giustificare la debolezza della economia statunitense.

Ma i problemi non si fermano al primo trimestre, come ho sostenuto nell’articolo di questa settimana. L’indice PMi dell’area di Chicago (MidWest) crolla a maggio a 46.2 da 53 previsto e dai 52.3 di aprile.

news 25 - 31 maggio 2015 - CHICAGO PMI

L’indice Fed di Dallas che comprende il centro–sud del Paese, crolla al minimo degli ultimi sei anni a -20.8, rispetto ad una stima di -12.4. Si tratta inoltre del quinto calo consecutivo, un evento verificatosi solo in periodo di recessione.

news 25 - 31 maggio 2015 - DALLAS FED

In discesa anche l’indice PMI servizi che a maggio torna al livello dello scorso gennaio.

news 25 - 31 maggio 2015 - US PMI SERVIZI

Deludono anche gli ordini di beni durevoli che ad aprile scendono del -0,5%, rispetto al mese precedente. Ma è l’indice al netto della componente trasporti ed alimenti che cala per il quarto mese di seguito, evento che si è verificato solo in periodi di recessione.

news 25 - 31 maggio 2015 - US DURABLE GOODS

ASIA e OCEANIA

GIAPPONE: rallenta l’economia nipponica ad inizio del secondo trimestre. Le spese private scendono del -1,3% ad aprile, mese comparabile perché già comprensivo del rialzo dell’IVA dal 5 all’8%, per il 13esimo mese consecutivo..!!

Ciò malgrado l’indice Nikkey della Borsa di Tokyo sale ai massimi degli ultimi 20 anni, spinto dalla debolezza dello yen e dal persistere del massiccio QE adottato dalla Bank of Japan, il cui Governatore continua a sostenere che non ci sia alcuna bolla azionaria.

CINA: la Cina deve fare i conti quest’anno con uno scenario d’instabilità a causa della discesa del tasso di inflazione e con un andamento dei prezzi che tenderà a pendere verso il basso. L’avvertimento è contenuto nel report annuale della Banca centrale cinese, in cui l’istituto ribadisce l’intenzione di calibrare la propria politica per mantenere le condizioni monetarie appropriate e, aggiungo io, inflazionare la gigantesca bolla del mercato azionario.

COREA DEL SUD: I debiti privati sono saliti del +44% nell’ultimo decennio al 163% del reddito disponibile, una percentuale che supera anche quella del Canada (14%), uno dei Paesi con il maggior indebitamento privato al mondo.

MATERIE PRIME: l’Iraq è pronto ad inondare il mercato di petrolio e difficilmente l’OPEC potrà abbassare la produzione nel tentativo di contenere la discesa dei prezzi. Il prezzo del greggio è sceso in settimana fino ai $57, minimo da sei settimane, per poi risalire fino a $59 a causa della debolezza dei dati americani che hanno pesato anche sul dollaro.

Oro in calo e debole che rischia di bucare il fragile supporto a $1.185

BANCHE: prestiti bancari al settore privato invariati ad aprile, rispetto al +0,1% di marzo.

VALUTE: dollaro che continua a rafforzarsi fin sotto a 1,09 per poi chiudere poco sotto 1,10 dopo i deludenti dati macro USA.

Sterlina approfitta della debolezza dell’euro per tornare in area 0,71, livello dello scorso febbraio.

USD/JPY: Il dollaro continua la sua corsa contro lo Yen portandosi ai massimi degli ultimi otto anni ampiamente oltre la figura 123.00 ed allungando anche oltre 124.

SINTESI: l’Austria non si fida neanche della Gran Bretagna e reimpatria 108 tonnellate di oro dalla Banca di Inghilterra. I dati USA confermano le notevoli difficoltà dell’economia a stelle e strisce, mentre in Cina il mercato azionario sta dando pericolosi segnali di cedimento che potrebbero portare ad una implosione del mercato, vista la precedente parabolica salita.

news 25 - 31 maggio 2015 - SHANGHAI NASDAQ

Tutto questo è ormai arcinoto e forse anche già scontato dai mercati convinti che nulla può fermare la salita degli indici perché protetti dalle infauste azioni delle Banche Centrali, le stesse che ora sono costrette a mantenere le medesime politiche espansive non convenzionali per timore che la situazione possa sfuggire di mano. E’ questa volta sanno che il re è nudo e non hanno più armi per contrastare la catastrofe.

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