La Banca Mondiale taglia le previsioni di crescita dal 3,2% al 2,8% per l’anno in corso. L’ennesimo schiaffo alla illusione di una ripresa delle economie, affossate inoltre anche dalla debolezza dei Paesi emergenti. La settimana ha visto il crescere delle tensioni militari. Oltre alla insidiosa e ignorata guerra civile ucraina, è scoppiata violenta una nuova crisi irachena, con implicazioni politiche (si rischia nuovi interventi militari NATO) ed economici, con il prezzo del petrolio che raggiunge la quotazione record da inizio anno.
Il grafico sottostante mostra la gigantesca bolla immobiliare ormai presente in vaste aree del pianeta, con prezzi delle abitazioni che continuano a crescere, malgrado tassi di crescita modesti o addirittura nulli delle rispettive economie.
MERCATI FINANZIARI: Peggior settimana dei mercati finanziari occidentali negli ultimi due mesi. L’ottimismo persiste e nella giornata finale, i listini europei recuperano quasi tutte le perdite della mattinata, mentre lo S&P500 chiude in leggero rialzo, dopo tre sedute negative ed il record di inizio settimana.
MERCATI EMERGENTI: silenzio totale sulla situazione tailandese, mentre crescono le preoccupazioni sulla crisi mediorientale. Gli Stati Uniti cercano ora un’allenza, con lo storico nemico iraniano (una beffa) per evitare il terzo intervento militare in Irak, ormai assediata dagli estremisti islamici che terrorizzano la popolazione uccidendo i nemici catturati. Intanto anche in Palestina risale la tensione dopo che Hamas, il gruppo integralista, ha invocato una nuova Intifada nei territori occupati da Israele e tre coloni ebrei sono scomparsi. In Iraq, gli estremisti islamici hanno invece conquistato Mosul, la seconda città del Paese, ed importante centro petrolifero, prendendo in ostaggio anche decine di membri del consolato turco. La minoranza curda, per non rimanere stritolata, tra i turchi ed i musulmani, ha conquistato invece il controllo della città settentrionale di Kirkuk.
BRASILE: un interessante confronto tra la popolazione dei due ultimi mondiali ospitati: 1950 e 2014.
TURCHIA: nel Paese è scattata la corsa ai depositi in dollari americani, dopo che la banca centrale ha tagliato i tassi, nonostante l’inflazione sfiora ormai il 10%.
Sul finire di maggio la banca centrale turca, sotto la forte pressione del premier Erdogan, ha abbassato i tassi di interesse di 50 punti base al 9,5%. Si tratta dei tassi di riacquisto a una settimana, mentre quelli sui prestiti overnight sono stati lasciati invariati al 12%. La mossa delle autorità monetarie turche è arrivata un po’ a sorpresa, nonostante il tasso di inflazione ad aprile sia stato pari al 9,4%, dopo l’8,4% di marzo. La politica della banca centrale di Ankara è diventata così meno restrittiva, ma dietro questa decisione c’è la volontà del premier Erdogan di introdurre misure monetarie e fiscali sempre più lassiste e populiste, in vista di una sua possibile candidatura alle prossime elezioni presidenziali di agosto.
Il rischio di inflazione sempre più elevata sta comunque avendo i primi effetti sul lato finanziario. Sebbene la lira turca resta ben acquistata sui mercati internazionali (il cambio Usd/Try è a 2,08), a metà maggio è stato calcolato che i depositi in dollari americani sono aumentati a 82,6 miliardi ai massimi da dicembre 2012, ovvero quando la banca centrale di Ankara ha iniziato a monitorare questo indicatore monetario. Si tratta di un valore pari a circa il 10% del Pil della Turchia. Sul fronte tassi, i titoli di stato turchi con scadenza decennale mostrano rendimenti al 9,2%. Tra i mercati emergenti, hanno i tassi più alti della Turchia solo Pakistan e Brasile.
Dietro questo boom dei depositi in dollari potrebbe esserci il timore che l’inflazione possa sfuggire di mano alle autorità monetarie locali, visto che già ora si è stabilizzata su un livello quasi doppio, rispetto al target del 5% della banca centrale. Gli analisti valutari ritengono che la lira turca possa finire nuovamente nel mirino dei venditori, dopo quasi 5 mesi di stabilità e di forte recupero dai minimi storici. Negli ultimi due anni la valuta di Ankara ha perso il 14% sul biglietto verde, ma è arrivato a perdere anche più del 30% del proprio valore, scendendo su livelli minimi sul finire di gennaio scorso, quando fu evitato un collasso totale grazie al maxi-aumento dei tassi della banca centrale.
UCRAINA-RUSSIA: Secondo il ministero degli esteri di Kiev, ad inizio settimana, oltre 200 persone sono morte, tra cui 19 bambini, negli scontri etnici nell’est del Paese. Nei giorni successivi i separatisti russi hanno abbattuto un areo militare uccidendo 49 soldati. Carri armati russi sono poi entrati attraverso la frontiera ucraina per appoggiare le milizie filorusse. Nel weekend, invece, l’ambasciata russa a Kiev è stata danneggiata, senza alcun ferito. Guerra civile sempre più evidente, ormai, mentre i due Paesi continuano a discutere solo del problema del gas e dei pagamenti arretrati.
EUROPA : l’indice di fiducia scende a giugno a 8.5, da 12.8 di maggio. Il grafico sottostante riporta il continuo crescere del debito nel vecchio continente, problema parzialmente ignorato ed in peggioramento per i fantasmi deflazionistici.
FRANCIA : Danone chiuderà tre stabilimenti in Italia, Germania ed Ungheria, a causa del calo dei consumi.
Prezzi al consumo (inflazione) scendono a maggio al +0,7%, sull’anno precedente, contro il +0,8% di aprile. Il grafico seguente il crollo della crescita dell’export nell’ultimo triennio.
BELGIO : la catena di supermercati Delhaize taglierà 2,500 posti di lavoro, pari al 15% della forza lavoro, per la contrazione dei margini.
GERMANIA: l’esportazione di armi è cresciuta del +24% in 2013 a 5.85 miliardi di euro.
OLANDA: la Banca Centrale taglia le previsioni di crescita per il 2014 al +0.2% dal +0.5%, mentre alza quelle del 2015 al +1.6% dal +0.9%. I soliti numeri a caso.
ITALIA: l’ASTA dei Bot a 12 mesi è stata aggiudicata al tasso record dello 0,495%, mentre quella del BPT triennale allo 0,89%.
Nuovo record anche per il debito pubblico ad aprile a 2.146,4 miliardi di euro, +26 miliardi rispetto a marzo.
SPAGNA: Il Pil sarà rivisto al rialzo fino al 4,5% nel triennio 2010-2013, includendo nel calcolo anche la prostituzione e la droga per €46 miliardi. Il prezzo delle abitazioni è sceso nel primo trimestre solo del -1,6%, rispetto al 2013, riducendo il tasso di caduta (grafico).
GRECIA: Anche se il governo greco fino ad oggi ha sempre sostenuto che non ci sarà bisogno di un nuovo prestito da parte della Troika, il Fondo Monetario Internazionale richiede misure addizionali e sostiene che siano necessari nuovi fondi per la Grecia.
La Grecia ha bisogno di nuove misure d’austerità dal valore di 5,7 miliardi di euro per adempiere al gap fiscale 2015 e 2016. Dopo il maggio 2015, il programma greco avrà un buco di 12,6 miliardi di euro e lo scenario estremo è che i capitali necessari alle banche superino i 6 miliardi di euro, di più di quanto stimato dalla Banca di Grecia.
Proprio per questo e per le difficoltà delle autorità greche di attuare il programma di aggiustamento, il FMI ritiene fondamentale per gli altri Paesi della zona euro supportare la Grecia con ulteriori aiuti ed un ulteriore allegerimento del debito. L’organizzazione internazionale chiede interventi pesanti su pensioni e lavoro, soprattutto nella pubblica amministrazione dove il Fondo Monetario Internazionale vuole una diminuzione dei salari e 11 mila licenziamenti nel 2014 e altri 2 mila nel primo quarto del 2015.
USA: McDonald’s registra il settimo mese consecutivo di calo delle vendite negli stessi esercizi commerciali, malgrado la continua innovazione di prodotto. La California registra la quinta settimana consecutiva di eccezionale siccità nel 100% del suo territorio, allargando un problema già manifestatosi da oltre un triennio. Il problema dei finanziamti “subprime”, ai quali si attribuisce lo scoppio della bolla immobiliare nel 2008, sta tornando in modo preoccupante, ma in particolare nel settore auto. La percentuale di questi finanziamenti, in ritardo nei pagamenti oltre 30 giorni, è salita a fine settembre 2013 al 7,59%.
In calo i dati settimanali sulla fiducia dei consumatori e sulle vendite al dettaglio. La percentuale di mortalità infantile a Detroit, la capitale del Michigan in bancarotta dal giugno 2013, è superiore a quella del Messico, Brasile e Cina ed oltre 2,5 volte la media statunitense.
Previsioni del Pil primo trimestre, ulteriormente riviste al ribasso fino al -2% di Barclays. Goldman Sachs è scesa al -1,9% dal +3% di gennaio (!!). Nel grafico seguente viene evidenziata la percentuale di risparmio delle tre principali fasce di reddito (ricchi, classe media e poveri) nell’ultimo secolo.
ASIA
CINA: da gennaio a maggio:
– investimenti immobiliari+14.7%
– investimenti totali +17.2%
– output produzione industriale +8.8%
Dati che non si rifletono nella debolezza della crescita economica.
AUSTRALIA: a maggio tasso di disoccupazione stabile al 5,8%
NUOVA ZELANDA: Banca Centrale alza i tassi al 3,25% dal 2,75%. Si tratta del secondo aumento da inizio anno (partenza a 2,5%) ed il primo per un Paese occidentale.
MATERIE PRIME: il prezzo del palladio sale ai massimi da 14 anni, a causa degli scioperi in alcune miniere. Salgono anche l’oro ed il petrolio, quest’ultimo ai massimi da cinque mesi, per le tensioni irachene.
Prosegue invece la discesa da due settimane di mais e grano, dopo i rialzi dei mesi precedenti.
BANCHE: continua il calo dei prestiti da parte delle banche italiane: – 4,4% ad aprile, rispetto al -4,3% di marzo.
Le banche operanti in Italia avevano ad aprile in portafoglio titoli di stato per 404,8 mld euro da 395,6 mld di marzo.
Le sofferenze salgono ad aprile del +22,3%, rispetto allo scorso anno, in calo dal 23% di marzo.
VALUTE: euro invariato rispetto al dollaro. Non si ferma la sterlina che beneficia delle aspettative di un rialzo dei tassi e buca anche 0,80 contro euro (0,799). Il cross dollaro/yen scende invece sotto 102. Con il rafforzamento dello yen, le posizioni di carry-trade si chiudono e le Borse scendono.
SINTESI: Previsioni sbagliate e crescita debole. Debito ingestibile con deflazione incombente. Mercati in bolla gigantesca e valutazione del rischio inesistente. Nulla di nuovo sotto l’ombrellone, ma l’estate potrebbe anche essere molto fredda e con parecchie sorprese.