Sunday 08th December 2024,
Pinguinoeconomico

USA: DISOCCUPAZIONE, PIL, DEFLAZIONE e …..

Non tutto oro è ciò che luccica ed i dati americani se ben analizzati continuano a confermare i segnali di debolezza dell’economia a stelle e strisce.

DISOCCUPAZIONE: scende al 7% ma recupera solo la perdita di posti di lavoro dello scorso ottobre indotta dallo SHUTDOWN, la parziale chiusura per 2 settimane della pubblica amministrazione. Ma mentre il numero di occupati complessivo è salito di un modesto 43.000 unità/mese nell’ultimo bimestre la forza lavoro è diminuita perché la percentuale di occupati è salita al 63% dal 62,8% di ottobre (minimo dal 1976) ma non ha recuperato il 63,2% di settembre.

Se scorro poi la scomposizione del numero di nuovi occupati nel mese – riportata nel grafico – che ha superato i 200k unità (203.000) riscontro che, ancora una volta, crescono i lavori meno remunerati (vendite al dettaglio, educazione, sanità) a discapito dei due settori meglio pagati che addirittura registrano una contrazione degli addetti come la finanza e l’informatica. Inoltre la durata media del periodo di disoccupazione ha raggiunto le 37,3 settimane a conferma che chi perde il lavoro fa una gran fatica a trovarlo.

BLS - NOVEMBRE

Il mercato  del lavoro rimane quindi ancora strutturalmente molto debole. Qualcuno molto attento ha riesumato una dichiarazione di Bernanke, il presidente della Fed, che il 19 giugno scorso affermò che gli Stati Uniti avrebbero raggiunto il tasso del 7% quando il quantitative easing sarebbe già stato verso la fine. Ci siamo arrivati in pochi mesi ma non c’è neanche la minima certezza su se e quando verrà iniziato il tapering, vale a dire la riduzione progressiva fino ad azzerarlo dello stimolo monetario (QE). Il mercato ha capito che dietro al dato numerico in miglioramento il problema della disoccupazione non è risolto ed è convinto che la Fed non attiverà il tanto temuto tapering.

PIL: anche in questo caso il dato è molto fuorviante ma se ne sono accorti tutti subito. Oltre la metà (1,86%) dell’incremento finale registrato nel terzo trimestre (+3,6%) è generato dalle scorte. Il magazzino costituito sarà puoi svuotato nei trimestri successivi ed in particolare nel prossimo che registreranno incrementi di crescita meno significativi. In aggiunta la percentuale dei consumi si è fermata all’1,6% del totale registrato pari ad un modestissimo 45% .

DEFLAZIONE: il grafico sottostante (Fonte: dshort) parla da solo: l’inflazione americana non è mai stata così bassa in assoluto e rispetto ai minimi degli anni ’60 ma con una gigantesca differenza. La FED infatti, in pochi anni, ha stampato 4 trilioni di dollari per reflazionare (far ripartire l’inflazione) l’economia ma inutilmente con il solo risultato di creare bolle speculative sui mercati immobiliari e azionari.

 

PCE-headline-core-since-2000

TASSI DI INTERESSE: il rendimento sul titolo decennale è salito al 2,88% a fine settimana riavvicinandosi alla soglia del 3% dello scorso settembre. Ricordo che lo scorso maggio era al 1,6% e la sensibile differenza ha già penalizzato il mercato immobiliare (meno mutui). Cosa succederà quando i tassi prima o poi torneranno al 5%..?

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