Thursday 28th March 2024,
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GRECIA – TANTI COMPITI SVOLTI MA MOLTO ANCORA DA FARE – III PARTE

Mentre l’indice PMI manifatturiero di marzo riprende a scendere, scivolando sotto la soglia dei 50 punti a 49,7, dal 51,3 di febbraio, ed in seguito ad alcuni mesi di costante salita, il Governo conferma la volontà di procedere all’emissione di un eurobond per 2 miliardi con scadenza quinquennale, già da questo mese di aprile.

Mercato immobiliare. Secondo molti indicatori il mercato immobiliare è crollato in Grecia. Con la crescita esponenziale della disoccupazione ed il calo del reddito disponibile, molti proprietari non hanno onorato i propri mutui nell’ultimo triennio. Il Governo ha disposto una moratoria sulle espropriazioni nel 2011, recentemente estesa, contro il parere della Troika, fino alla fine del corrente anno.

Secondo un rapporto della Banca Centrale Greca, i prezzi delle case sono caduti del 37,6% in termini reali dall’inizio della crisi, mentre le agenzie immobiliari stimano il calo molto più elevato.  In risposta alla crisi del settore residenziale, il Governo greco ha offerto la residenza ad investitori esteri che acquistano od affittano appartamenti di valore superiore ai €250k. Il programma ha durata di cinque anni e potrebbe essere rinnovato. Progetti simili sono stati applicati anche in Ungheria, Spagna e Portogallo.

Ricapitalizzazione del Settore Bancario. Uno tra i principali obiettivi raggiunti dal Governo Greco nello scorso biennio è stata la ricapitalizzazione del settore bancario. All’inizio dello scorso anno il Fondo di Stabilità ellenico ha ricevuto 50 miliardi di euro, emessi dal suo omologo europeo. Questi fondi sono stati prestati ai principali Istituti di credito greci, che li hanno usati come collaterali per ottenere liquidità finalizzata a supportare le rispettive attività creditizie.

Nel giugno 2013, tre delle quattro principali banche hanno emesso un aumento di capitale pari al 10% del collaterale ricevuto dal fondo bancario Greco, il minimo richiesto per poter rimanere indipendenti ed evitare la nazionalizzazione, la quale non è stata invece evitata dal quarto istituto, senza la forza finanziaria per procedere all’aumento di capitale.

In totale, il fondo di salvataggio nazionale ha utilizzato €41 miliardi dei €50 ricevuti. I rimanenti €9 miliardi sono a disposizione per future ricapitalizzazioni, mentre qualcuno vorrebbero che fossero trasferiti al Governo per coprire il fabbisogno finanziario del 2014-2015.

Altri economisti sono invece di parere opposto, in quanto i dati sulle necessità di ricapitalizzazione del sistema bancario risalgono a metà 2011 e quindi troppo ottimistici. Infatti la Banca Centrale incaricò Blackrock, il più grande fondo di private-equity statunitense, di aggiornare l’analisi dopo giugno 2013. Il nuovo rapporto, presentato lo scorso marzo, evidenzia che per ottenere un “tier 1 ratio” dell’8%, le banche greche necessitino di ulteriori €6.38 miliardi di capitale. Di questi, ben €5 miliardi sono a carico di soli due Istituti:  Eurobank Ergasias con €2,945 miliardi e National Bank of Greece con 2,183 miliardi.

La Banca Centrale Greca ha richiesto a tutte le sette banche coinvolte di predisporre un progetto di aumento di capitale o vendita di assets non strategici entro il 15 aprile, per rientrare nei parametri indicati.

Indiscrezioni di stampa sull’esito degli stress test bancari indicano che la Troika pretende che le banche greche debbano racimolare almeno €6.4 miliardi di capitale, mentre la UE ne richiede €8.0-€8.5 miliardi, ma sulla base di un “tier 1 capital ratio” del 9%. Quest’ultima gradirebbe che le banche elleniche fossero in grado di raccogliere i capitali necessari indipendentemente, in modo da preservare il residuo di €9 miliardi del fondo bancario per soddisfare le esigenze della Troika.

Infine, il Fondo Monetario Internazionale sostiene che il sistema bancario greco necessiti addirittura di €20 miliardi di capitali aggiuntivi, poi ridotti a €8-€9 miliardi dopo negoziazioni con il Governo greco, però non confermate da fonti ufficiali.

Mercati finanziari. Azioni ed obbligazioni greche hanno performato molto bene nell’ultimo biennio. I rendimenti obbligazionari sono crollati dal 30% del giugno 2012 al 6,7% attuale. Lo spread sul bund tedesco si sta avvicinando ai 500 basis points dai 2.900 del picco della crisi. Secondo molti analisti potrebbe scendere fino a 300, ai livelli dell’attuale Portogallo, qualora la fiducia verso il Paese risalisse per il continuo impegno nel riformare le istituzioni.

Anche il mercato azionario greco ha registrato impressionanti guadagni dai minimi del 5 giugno 2012. L’indice di Atene è rimbalzato da 471 a 1319, vale a dire è praticamente triplicato, con un guadagno del +180%, pari ad un +78.7% annualizzato, contro il +55,7% dell’indice europeo, il Dow Jones Europe Index. In base alle esperienze passate, considerando il crollo dell’indice del 91%, tra novembre 2007 e giugno 2012, l’indice potrebbe ancora crescere. Anche dopo il rimbalzo indicato, è sempre -75% rispetto ai massimi.

Secondo una analisi tecnica, l’indice azionario, dopo simili guadagni, è pronto per una correzione, mentre nel lungo periodo, dovrebbe rompere la resistenza a 1.400 e raggiungere i 1.600 punti. Il modo migliore per investire sul mercato azionario greco è quello di comprarsi un ETF (strumenti che replicano l’andamento dell’indice) che riduce il rischio di investire sui singoli titoli.

Sintesi. Questa analisi approfondita, divisa in tre articoli (I, II e III) sullo stato attuale dell’economia greca, conferma alcuni progressi realizzati dall’inizio del piano di salvataggio, ma evidenzia anche il grave ritardo nell’attuazione di alcune riforme, che non consentiranno una forte ripartenza della crescita economica nei prossimi anni, a cominciare dallo snellimento del settore pubblico, inefficiente e ridondante di personale. Giustizia, sanità ed educazione sono i settori che necessitano delle maggiori ristrutturazioni, per far funzionare queste tre attività economiche chiave in ogni economia. E’ necessario introdurre riforme che aumentino la competitività e abbattano le barriere, che tutelano alcune lobbies in diversi settori dell’economia. Anche il sistema fiscale e la lotta all’evasione vanno rivisti per evitare ingiustizie e forti disparità di trattamento. Le privatizzazioni poi rimangono sempre molto incerte. Questo obiettivo è stato ulteriormente abbassato recentemente a €1,5 miliardi da € 2,8 miliardi per il 2013, rispetto alle richieste internazionali di € 3,6 miliardi. Tutto ciò non sarà facile da raggiungere, anche perché ogni ulteriore riforma implica nuovi sacrifici che non sono più accettabili dal popolo greco, malgrado il cittadino cominci a pensare che una flebile luce si intravede in fondo al tunnel. Le elezioni europee saranno un elemento di verifica politica importante. Attualmente il partito di opposizione Syriza è in testa nei sondaggi ed una sua eventuale vittoria potrebbe portare ad una crisi di Governo.

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